Domani, sabato 15 aprile, torna in scena la grande festa di SpaghettiDecathlon, questa volta di stanza al Monk Roma. Dopo la chiacchierata fatta con Davide Dose, vi presentiamo chi sono gli 11 selezionati per la grande apertura dell’evento,gli 11 Super Emergenti vincitori della Open10Selection!
Guidi & Carotenuto
Loro si sono incontrati con gli ukulele in mano, nel Sinfonico Honolulu e si son piaciuti da subito. Si son piaciuti al punto da metter su un progetto proprio, che li rispecchiasse nel nome e nei suoni. Due menti e due anime, diverse ma in contatto, capaci di fondersi per un fine comune: scrivere grandi canzoni. Loro hanno le chitarre acustiche in braccio e ti fanno venir voglia di cantare anche a te, che forse ancora non conosci i loro brani, ma difficilmente li dimenticherai.
Deadline-Induced Panic
I Deadline-Induced Panic sono un quartetto di Roma nato all’inizio del 2016. All’attivo hanno un EP, registrato presso l’Absonant Studio con l’aiuto del musicista Mattia Schroeder. Il loro stile viaggia dal pop al rock elettronico, tra chitarre elettriche, synth, echi e distorsioni. Su tutto esplode la voce sognante di Elisa Mariotti. L’uscita dell’EP è anticipata dal singolo “Palmyra”, accompagnato da un videoclip. Il brano parla di Khaled Al-Asaad, l’archeologo che cercò di difendere Palmira dall’ISIS.
Livata
È un tipo un po’ remissivo, che a vederlo dal vivo sembra quasi un improbabile Elliott Smith nato al reparto di ostetricia del Policlinico. Ma le sue canzoni arrivano, e forse vanno pure oltre. Livata non sembra un uomo di tante parole, anche se nelle sue canzoni di parole ce ne sono a bizzeffe. E regalano sempre immagini romantiche e malinconiche, come ogni romanticheria dovrebbe essere. Cantate, oltretutto, da una voce che procede a sbalzi emotivi, come nella migliore tradizione indie-pop, da Carmen Consoli a Maria Antonietta. Livata ha una penna di una statura eccezionale, che gli consente quasi sempre di raggiungere il calibro di autori che hanno già inseguito la propria buona stella. Ad accompagnarlo c’è sempre la chitarra elettrica, anche se non mette mai mano al suono caldo e gentile del pulito. Caldo e gentile. Esatto, sono queste le parole giuste per descrivere Livata. Lasciatevi abbracciare.
Lorenzo Lepore
Voce soffusa e molto morbida, a sostegno di armonie sempre molto ricercate e mai scontate. Lo abbiamo visto suonare diverse volte alle serate openmic di Spaghetti Unplugged, di cui nonostante la giovane età forse è quasi un veterano (forse!). Ancora non si sa se si esibirà da solo, ricalcando la classica figura da cantautore, o accompagnato da i suoi musicisti. Non ci resta che scoprirlo il 15 sera, al Monk. Lasciatevi cullare dalla sua musica, sempre molto dolce!
Pezzopane
Un pizzico di Samuele Bersani, malinconia sottopelle e un aplomb musicale scanzonato al punto giusto. Questo più o meno riassume Pezzopane, cantautore aquilano con al seguito i fratelli come session men. Il suo è un sound da cameretta di giovane adulto che però conserva una spensieratezza incredibilmente oscillante fra l’ingenuo e il mal vissuto; una voce che vibra stralunata fra i vecchi amori e la sua inguaribile sindrome di Peter Pan. Avete presente il cugino più grande a cui chiedevate sempre consigli? Ecco, lui è Pezzopane.
Alessia Labate
Due occhi che ti scavano dentro e una voce che ti fa vibrare fin dentro le ossa, fino a che l’anima risuona delle stesse note delle sue canzoni. Alessia sa bene come giocare con le dinamiche, con le corde della chitarra, incastrando ritmi e melodie dal sapore internazionale. E nonostante la giovanissima età (neanche 20 anni) ha alle spalle anni di esibizioni, performance e tanta musica suonata e cantata con la forza e il carisma dei grandi artisti.
Elephants & Castles
Come il loro nome suggerisce (quasi uguale a quello di una fermata metro di Londra), gli Elephants & Castles sono a metà tra Roma e la Capitale albionica. Non a caso: il loro è un rock fresco, ispirato, frutto di un grande lavoro d’arrangiamenti e di incastri fra gli strumenti. È un rock internazionale credibile e vincente, grazie a un cantato in lingua inglese carico di trasporto e passione, senza scordare il sapiente mix tra le due chitarre, che imperlano i brani in maniera raffinata ed elegante. Da gustare in ogni momento della giornata.
Alice & the Robbers
Lei si chiama Alice e quando accarezza i tasti del pianoforte sembra venire dal Paese delle Meraviglie. Poi inizia a cantare e ti tramortisce, ti stende a terra. Dietro di lei ci sono i Robbers, a completare il paesaggio, aggiungendo tensione dinamica ai brani e ricchezza armonica alle composizioni. Il risultato è un quartetto capace di regalare momenti di grande intensità, in ballate dal sapore rock che sembrano trasportarti in altri mondi, nascosti in quella dimensione che puoi raggiungere solo attraversando lo specchio e perdendoti nelle atmosfere sognanti di Alice e della sua band.
The neverending lovers
Non fatevi ingannare dal nome: non sono un trio di smielati cantanti tutti cuori e parole dolci. I The Neverending Lovers riescono a fare una cosa difficilissima: unire un groove chitarristico e un infinita di parole in un effluvio rap dal sapore unico e suggestivo, cadenzato da un mare di rime che vi gireranno intorno alla testa e vi lasceranno senza parole. Lontani da ogni cliché, i The Neverending Lovers sono una sorpresa continua e una scoperta di cui potrete vantarvi con gli amici.
Mai Col Germani
Mai Col Germani. Ma proprio mai. Ve lo diciamo noi perché: non è un tipo da frequentare. È un maleducato. O perlomeno lo è la sua chitarra distorta. E poi è sporco. Come il blues dev’essere. Ma soprattutto è arrogante e rude. Come i suoi riff. Eppure è assurdamente provocante. Mai Col Germani è come quegli amici che tua madre ti sconsiglia di frequentare perché pensa che possano essere delle cattive influenze. Del resto lo dice anche lui in “Io Sfortunatamente”: “sto in mezzo a troppa gente che inspiegabilmente, con ritmo caliente, pensa molto di male me”. Eppure dopo un po’ lo capisci che non vuole fare del male a nessuno. E finisci per volergli bene. Quindi siate amichevoli con lui. Sennò si arrabbia e inizia a suonare il blues. Poi sono guai.
Marianne Leoni
Tutta la grinta, la forza e l’energia della Musica migliore le potrete trovare in Marianne Leoni e nella sua voce, energica, potente, suadente. Una vera leonessa del palco (merito del nome?), vi terrà inchiodati con gli occhi spalancati, conquistandovi secondo dopo secondo. Marianne è capace di fondere pop, soul, funk, di prendere tutte le influenze possibili e farle proprie. A voi basta soltanto ascoltarla per pochissimo, per credere a queste parole.
A cura di: Benedetta Barone, Edoardo Biocco, Riccardo De Stefano, Giovanni Flamini, Francesca Marini