Dove sei, pt.2 di Lucio Leoni è un lavoro intenso e ben riuscito di un artista visionario.
Ho pensato molto su come iniziare questo mio breve scritto sul nuovo lavoro di Lucio Leoni. Cercavo una citazione letteraria o una frase d’effetto per introdurre i miei pensieri, ma quando poi già durante il primo ascolto mi rendevo conto che ogni glitterata combinazione tra sostantivi, aggettivi e avverbi sarebbe stata superflua, ho preso la decisione di partire dalla conclusione. Dove sei, pt.2 è un disco da ascoltare. Assolutamente.
Lo aspettavamo ed è arrivato: Dove sei, pt.2 è il secondo e ultimo capitolo di un progetto più ampio che ha visto la luce lo scorso 8 maggio con la pubblicazione di Dove sei, pt.1 (vai al disco su Spotify). Il giusto spazio e il giusto tempo per ogni brano in un lavoro discografico organico ma diviso in due episodi, che traspone nel teatro canzone, nel rap, nella tradizione cantautorale e nella sperimentazione sonora il racconto delle emozioni di una generazione cresciuta sotto la pressione sociale del lavoro-casa-figli, ma che poi spesso vive secondo logiche totalmente diverse.
Dove sei, pt.2 non è solo un disco di canzoni, ma anche una raccolta di sceneggiature e di monologhi. C’è molta drammaturgia nella scrittura di Lucio Leoni, una scrittura intelligentemente accorta verso una vera e propria mise en scène tra gioie e dolori di un’epoca sostanzialmente tragica, la nostra. L’artista romano riempie poco meno di trentatré minuti con sette piccoli e compiuti trattati di educazione sentimentale: sette pièce di consapevolezza individuale e collettiva, che ci rendono spettatori di una narrazione per immagini, fluida sul proscenio delle tracce: dalla prima che incontriamo nell’album, L’archivio segreto di Galileo, fino alla conclusiva con Mokadelic, Nastro Magnetico, brano anticipatore di questo secondo volume, passando per la malinconica ballata di Francesca o per la delicata poesia di Quasi mi spaventa.
Come per il capitolo precedente, siamo davanti a un lavoro intenso e ben riuscito, che conferma la capacità visionaria dell’eclettico Lucio Leoni, da sempre restio a ogni schema o cliché. Pubblicato il 15 ottobre scorso, Dove sei, pt. 2 (senza punto interrogativo e senza punto esclamativo) in un futuro che ci sfugge di mano è la resistenza del qui e ora, è un invito alla riflessione, che non fa sconti per nessuno. Dove sei, pt. 2 è uno schiaffo diretto e disarmante che ci scuote dalla linearità del prestabilito. Ed è bello per questo.
L’album è suonato da Lorenzo Lemme (batterie), Daniele Borsato (chitarre), Nicoletta Nardi (tastiere), Giorgio Distante (eufonio, tromba), Marco Colonna (clarinetti); registrato presso La tana del Bianconiglio da Nicola Baronti e Simone Sandrucci con l’assistenza di Leonardo Bernini e missato da Lucio Leoni presso Studio-teatro. Il progetto grafico del disco è di Livia Massaccesi.