Secondo atto della trilogia targata Dove i pesci affogano. L’Ep in questione è Capitolo 2: l’inconscio, un naufragio onirico di visioni e immagini evocative; Andrea Cassetta, cantautore e polistrumentista romano, continua così la sua esplorazione profonda di un mondo immateriale reso tangibile soltanto attraverso il suono, che trova nei riff e negli arpeggi della chitarra il suo strumento principe. La batteria crea l’impalcatura su cui la sei corde agisce, mentre le parole delle cinque tracce contenute nel disco scorrono ora potenti e vicine, ora distanti e simili ad un’eco, quasi provenissero da un sogno. E sono proprio i sogni il tema fondante di questo capitolo dell’ambizioso progetto, al quale se ne legano altri quali l’alienazione e la vita, in una serrata lotta tra ciò che è reale e ciò che è essenza. Introdotti dallo stoner rock di Naufraghi del delirio, il viaggio prosegue con un’alternanza di sonorità che rimandano al post rock e al grunge, culminando nella magnetica ballad Avvoltoi d’Acciaio. Oltre ai testi, interessanti e ben articolati, il punto di forza del lavoro risiede nell’impianto strumentale, che mostra al pubblico tutto il gusto e la tecnica di Andrea Cassetta. Non solo materiale audio, ma anche video; ogni Ep infatti è accompagnato da un cortometraggio dal titolo omonimo, ed anche Piero Pelù si è accorto di Dove i pesci affogano. Siamo giunti ai due terzi dell’opera: partiti dall’abisso e raggiunto l’inconscio, quale sarà l’ultimo tassello del trittico? Nell’attesa si consiglia vivamente, per chi non lo avesse ancora fatto, di recuperare Capitolo 1: l’abisso.
Giuseppe Zibella