Di quando in quando la produzione in rosa dimostra un guizzo di gusto e di scelte e sforna dischi che si lasciano notare e che sanno uscire dai cliché con personalità e gusto. Certamente spesso la strada è lunga ancora ma encomio totale verso il coraggio di provarci e, in un certo modo, anche di riuscirci. Torna in scena Helle, al secolo Lisa Brunetti, dopo qualche singolo e una carriera che parte tra le fila della Fonoprint di Bologna firmando collaborazioni professionali con Bruno Mariani e Ricky Portera. La carriera è fin troppo giovane ma già ricca di un bel traguardo come questo disco dal titolo “Disonore” che arriva in tutti i canali digitali per la Volume! proprio oggi, venerdì 25 Giugno. E potremmo fotografarlo come disco altamente sociale, dove temi ahimè quotidiani trovano l’unica ragion d’essere: la verità. Tema portante questo che torna sempre più protagonista oggi che siamo esasperati da un sistema di vita sempre più dedito alle apparenze e alle maschere di facciata. Helle canta la verità che si cela dietro le morali, dietro le nostre colpe, dietro la nostra fede, l’alcolismo e la migrazione come anche il rispetto o la consapevolezza per la parte peggiore di noi… e non manca una sospensione delicatissima di colori pastello come in “Barbie” che è l’emblema della plastificazione, analogia efficace e indispensabile se vogliamo parlare di social media e della finzione che ormai è verità assodata. Eppure da tutto questo ci saremmo attesi un suono trasparente e invece “Disonore” è suono digitale mescolato alle tessiture strumentali, dal suono certamente industriale, urbano dentro quell’elettronica pop anni ’70 e ’80 che strizza l’occhio all’America shoegaze. E sempre piace l’aria vintage, dicevamo, che è sempre protagonista dentro la scena indie da diversi anni a questa parte e che qui si celebra anche grazie alla coralità delle linee vocali in un mix che vuole la voce qualche passo dietro il muro dei suoni ben equilibrato e ciclicamente rifinito da un vocabolario di attori scelti con gusto. E poi una “nebbiolina” sottile che manteca e ricopre il tutto come fosse un filtro digitale per sfocare i contorni e addolcirne gli spigoli vivi.
“Disonore” oggi in rete è ricco anche del video ufficiale di “Carovane” dalle immagini sempre in coerenza con quel filo conduttore retrò… e in arrivo anche il video di “Rispetto”, dove a nudo è forse anche il momento che nel disco più si rivolge alla scena synth-pop propria degli Eurythmics come di tutto quel movimento britannico che ha fatto scuola in Europa e non solo. Ed è una scuola che Helle indossa senza presunzione e senza resa di personalità… anzi penso che “coerenza” sia una parola importante dopo l’ascolto di questo disco che nel suo complesso forse ancora non ha una propria riconoscibilità immediata, ma di sicuro svetta dalla solita produzione a cui siamo abituati.