– di Giulia De Giacinto –
L’annus mirabilis di Diodato
Dopo aver pubblicato il brano Molto amore, Diodato torna con Un atto di rivoluzione, il nuovo singolo uscito per Carosello Records venerdì 4 ottobre, in concomitanza con la partenza del suo primo tour nei teatri (che ha già registrato il tutto esaurito).
Un atto di rivoluzione arriva in un 2024 intenso e ricco di soddisfazioni per il cantautore tarantino. Dopo il suo ritorno al festival di Sanremo con Ti muovi, Diodato ha pubblicato l’album Ho acceso un fuoco, una rivisitazione dei suoi brani più significativi, che contiene tutta l’emozione del live. Con La mia terra, colonna sonora del film Palazzina Laf di Michele Riondino, ha poi vinto il David di Donatello, il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro per la miglior canzone originale. Inoltre, si è aggiudicato la Targa Tenco per la miglior canzone singola e il Premio Amnesty International Italia 2024.
Il nuovo singolo, Un atto di rivoluzione
La nostra esistenza è intessuta di emozioni. Negli ultimi tempi ci dimentichiamo spesso del loro valore, che, soprattutto nei momenti in cui ci sentiamo persi, tendiamo a tenere per noi, creando così un’immobilità attorno alla nostra persona. Il nuovo brano di Diodato ci porta a riflettere proprio su questo, e, in particolare, sull’importanza di condividere le proprie emozioni con il prossimo, per ritrovare quel senso di umanità che abbiamo perduto, attraverso il gesto di raccontare la nostra parte più intima agli altri.
Un atto di rivoluzione non è solo una canzone. È un inno alle emozioni umane, un invito, nel suo piccolo, a vedere il mondo da una prospettiva diversa. In questo momento storico, popolato dalle guerre e da un futuro incerto, Diodato suggerisce che il raccontare sé stessi e condividere le nostre paure e fragilità è ancora un gesto di ribellione.
Prospettive antitetiche
Il brano è un dialogo tra due persone che hanno due visioni opposte del mondo. Una non trova sollievo in nulla, neanche in Dio, e riflette sul valore dell’arte e sul ruolo che quest’ultima ha nella società: «A cosa serve tutto questo immaginare?». L’altra, invece, ha una visione più positiva e cerca le sue risposte nella condivisione delle emozioni, pensando che anche un piccolo gesto come questo può rappresentare un passo significativo verso un cambiamento positivo: «Lo so che questa è solo una canzone davanti a un grande muro di dolore, ma forse anche cantare un’emozione è ancora un atto di rivoluzione».
La produzione raffinata, a cura di Diodato stesso e Tommaso Colliva, si fonde perfettamente con la voce del cantante, rendendo il pezzo ancora più autentico. Un atto di rivoluzione si presenta come una melodia delicata, costruita su un arrangiamento che richiama elementi classici e influenze pop rock, e che gradualmente si sviluppa in un crescendo che sfocia in un ritornello carico di pathos. L’unione di sonorità penetranti e versi riflessivi rende questo brano un viaggio musicale che affronta temi esistenziali, capace di catturare l’attenzione dell’ascoltatore.
Ancora una volta, Antonio Diodato mette al centro le questioni umane, dimostrando come una canzone apparentemente semplice sia in realtà un mezzo potentissimo per comunicare un messaggio forte, che, in questo caso, arriva come una ventata di speranza, riuscendo a penetrare nel cuore di chi lo ascolta.