Maturi tanto che, ad ascoltarli, si potrebbe pensare di avere per le mani il secondo o il terzo album di trentenni cresciuti a pane e Pink Floyd, Radiohead, Nick Drake. E invece i Departure Ave. hanno poco più di vent’anni e sono al loro debutto assoluto. Niente EP di “riscaldamento” ma subito un full length, All The Sunset In A Cup, registrato in presa diretta in un salone di una casa sul mare salentino (in inverno) nel giro di una decina di giorni. Il risultato: nove pezzi che scorrono placidi, fluidi e che, senza fartene rendere conto, potrebbero portarti lontano dalla riva. È evidente che i ragazzi quel pasto a base di prog anni ’70, post rock e con contorno di psichedelica e un pizzico di jazz l’hanno già fatto. E digerito. I brani sono laboriosi, a volte lunghi (il primo, “And Revery” dura 7 minuti), strutturati e, tuttavia, scorrono senza neanche darti il tempo di avvertire lo spazio bianco tra un pezzo e l’altro. E non perché siano tutti uguali ma perché legati perfettamente, come in un continuo enjambement. La poesia, non a caso, è un’altra fonte d’ispirazione del gruppo che, per il titolo, ha scelto di prendere in prestito le parole della poetessa statunitense Emily Dickinson di cui, dicono, ammirano la musicalità della metrica. L’album è disponibile in free download e si può ascoltare interamente su YouTube ma qualcuno avanzi di un passo, prenda questi quattro, piccoli fenomeni sotto la propria ala e faccia in modo che più gente possibile possa gustarsi questa sorsata di tramonto.
Valentina Mariani (Indiecity)
ExitWell Magazine n° 1 (marzo/aprile 2013)
belli. mi piacciono davvero tanto.