I Denial sono un trio romano che, in passato, aveva dato vita ad un tributo degli Oasis, dichiarando da subito un comune denominatore nella band guidata dai fratelli Gallagher.
E in effetti il debutto “Different Ways” sembra rifarsi proprio quel brit pop di cui Blur, The Verve ed ovviamente Oasis sono i maggiori rappresentanti. Il gruppo attinge alle sonorità delle decadi passate per rielaborarle in una sintesi tra classico e moderno, con un certo grado di complessità negli arrangiamenti che è forse la differenza maggiore rispetto le loro influenze.
In alcuni casi però, lo spettro del tributo è fin troppo evidente: “Lost Dreamer” trasuda Oasis dall’arpeggio di chitarra alla linea vocale e si rivela il pezzo di più debole del disco, oltre che il più derivato.
Al contrario, i momenti migliori i Denial li raggiungono quando riescono ad andare oltre le loro coordinate musicali di riferimento; è il caso di “No more lost”, brano che riassume perfettamente il disco: voce in pieno sapore brit-pop, incipit di pianoforte sul quale si intrecciano arpeggi di chitarra e un basso corposo. Con un cambio di tempo improvviso, il brano finisce per diventare una sorta di cavalcata jazz, chiusa da uno struggente assolo di sassofono. Altro brano assolutamente degno di nota è la melodica “Ghost of mine”, contraddistinta da una chitarra slide e da una linea vocale accattivante.
Musicalmente il disco non ha cali e le canzoni rimangono impressi fin dai primi ascolti.
La chiusura è affidata al brano più sperimentale nonché più lungo; “Sinkin’ proud” si snoda per oltre 7 minuti, dei quali i primi 4 di sola voce su un tappeto sonoro etereo.
Menzione d’onore per la (auto)produzione: “Different Ways” è stato arrangiato e registrato negli studi personali del gruppo, che ha potuto dare ai brani in tutto e per tutto la propria impronta, curandone anche il missaggio.
Il disco al momento è in attesa di pubblicazione ma i Denial hanno già una novità: se “Different Ways” è stato scritto e prodotto dal trio Paolo Giunta – Massimo Marraccini – Sandro Sanchini, a loro si sono affiancati in pianta stabile anche il bassista Daniele Pulpito e la terza chitarra Simone Molinari, per una formazione a 5 nei live che accompagneranno l’uscita del disco.
Il quintetto ha già realizzato quattro nuovi brani ed è a lavoro su altri, mentre sarà tra i partecipanti della 30° edizione del Sanremo Rock Festival (vetrina per gli artisti emergenti vide la partecipazione anche di Litfiba e CCCP tra gli altri).
Giulio Valli