“Laser” è il nuovo singolo di Decrow, uscito in distribuzione Believe Digital. Un nuovo capitolo che nasce dopo una festa alla quale il produttore Edo (Edd Bateman) lo ha trascinato. Il brano parla del bisogno psicofisico di andare ad una festa, di divertirsi al massimo dopo il lungo periodo di restrizioni che abbiamo vissuto e racconta tutte le esperienze che questa può regalarci come il cercare una persona con cui ballare in mezzo ai laser, il sesso occasionale e gli eccessi. Decrow ci racconta il mondo sopra le righe delle feste notturne, dei dopo sbronza, delle schiere di persone che riempiono case di sconosciuti, della scena underground che si è nascosta per due anni. Il mood del brano è quello di un pezzo punk anni 90’ in piena regola, anche se Decrow sceglie di sostituire le chitarre con synth acidi e taglienti.
Lo abbiamo incontrato!
Ci racconti qualcosa in più della festa che ha fatto nascere “Laser”?
Ho conosciuto Edo tramite amici in comune e abbiamo deciso di lavorare a qualche brano insieme perché avevamo gusti musicali molto simili. Insieme al suo collettivo “Il buio Oltre” organizza mega feste su Roma (e non solo) e una volta ci siamo visti per lavorare a un brano dopo una festa organizzata da loro che fu una bomba, non mi ricordo se proprio il giorno dopo o pochi giorni dopo. Lui aveva preparato questo giro con un synt mega acido (giro principale di “Laser”) e a me è venuto naturale scrivere una canzone che parlasse di una festa e di tutte le cose che concernono questa.
Come nasce la tua collaborazione con Edd Bateman? E qual è il ruolo di un produttore in un progetto come il tuo?
Io sono solito lavorare con tanti produttori nel corso di un progetto. Mi piace variare le sonorità, mi da più stimoli per scrivere cose originali. Con Edd c’è stata subito grande intesa. Dalla prima volta che ci siamo seduti in studio da lui a lavorare è uscita una hit, e neanche è “Laser”. Immagina che “Laser” è la terza che abbiamo lavorato. Ce ne sono pronte almeno altre due [ride, ndr].
Com’è stato per te il periodo del Covid? C’è stato qualche risvolto positivo inaspettato? Ti ricordi ancora come hai passato la prima quarantena?
Durante il lockdown ho soffocato la noia con i tatuaggi. Non ho scritto praticamente niente, non mi andava, non avevo stimoli. Mi sono tatuato gran parte del corpo da solo, per me è tipo terapia quando qualcosa nel mio cervello non va. Mi ricordo per ogni tatuaggio il momento in cui l’ho fatto. Finito il lockdown, ci ho messo ho un po’ a riprendere la scrittura ma recuperate le idee ho praticamente chiuso un disco in tre mesi.
La Roma notturna è tornata quella di sempre?
Secondo me oggi sì. La paura è finita e ci sta solo la voglia di divertirsi. Anche più di prima per me.
Cosa c’è nel futuro di Decrow?
Non mi preoccupo tanto de futuro. Mi piace vivere il presente al massimo delle sue potenzialità. Secondo me le persone non si godono i momenti del quotidiano per pianificare cose che non si sa neanche se accadranno. No, il futuro non mi preoccupa minimamente. Lo scopriremo insieme.