– di Martina Zaralli –
Se volessimo immaginare il contenuto del nuovo disco di Gianluca Secco soffermandoci sul titolo, “DanzaFerma”, andremmo con buone probabilità fuori tema. Una descrizione ossimorica della realtà? Forse. Senza ombra di dubbio, di ferma c’è la volontà di imprimere nel disco ogni particella della musica, ma per tutto il resto il secondo lavoro del cantautore friulano è un moto continuo nello spazio dei suoni, in cui la canzone d’autore incontra il blues, il punk, il rock, il raggae, le sonate per piano e voce.
Anticipato dal brano “Senza Velo“, “DanzaFerma“ è uscito lo scorso 8 ottobre per MarteLabel/Artist First ed è il frutto della collaborazione con il pianista e compositore Antonio Arcieri, con il quale firma i testi e le musiche. Già al primo ascolto, arrivano fieri la spontaneità e il calore del sound di ogni brano. Una genuina ricercatezza illuminata dalla prima all’ultima canzone – dalla viscerale “Sangue”, che ondeggia tra gli echi delle prime work songs nel cuore del Mississippi, alla solenne “Maestro”, che scolpisce una monolitica riflessione esistenziale – passando inoltre per la titletrack, oppure per brani come “Di Schianto“, “Muta”, “Ottobre”, “Pasto Nudo”: tutti preservano una verità suonata che si muove in un seducente equilibrio tra voce, melodia e armonia, e che mette in luce l’ottima qualità della scrittura.
Dicevo della fermezza della volontà. Nell’album c’è infatti di fondo l’esigenza incontrovertibile dell’autore di esprimersi attraverso modi (e mondi) differenti e personali, abbattendo il concetto di “genere musicale” e ricercando per ogni brano il suo ambiente adatto. Ma non solo: dal punto di vista testuale la tracklist si schiude in una collana di piccoli scritti di drammaturgia nello stile di Gianluca Secco, sempre attento ad unire più forme artistiche. Brevi monologhi che ci restituiscono la testimonianza di uno slancio creativo capace di essere allo stesso tempo musica, poesia, teatro, canzone. E allora, lunga vita alla rivoluzione dell’intelletto o se preferite “Vive la Révolution du l’intellect” (per citare una frase del brano “La Révolution”, contenuto nell’album).
Nel suo piacevole girovagare, “DanzaFerma” è un disco di sentimenti. È un disco semplice, ma non è un disco facile. E per fortuna. In una sempre più abusata sovrapposizione dei due concetti, il nuovo lavoro di Gianluca Secco ne ritrova la giusta differenza e fa dei naturali momenti interiori, una sorta di “educazione emozionale” della musica e alla musica. Un sussidiario ragionato, pesato, un manuale d’autore dell’incontro tra realtà ed emozioni: storie e vicende che semplicemente diventano canzoni.
Gianluca Secco è stato la rivelazione del Premio Tenco 2016, aggiudicandosi il Premio Tenco-NuovoImaie per la Miglior Interpretazione. Definito una delle “più interessanti promesse del cantautorato italiano” è il vincitore della quattordicesima edizione del concorso “L’Artista che non c’era”, organizzato dalla rivista L’Isola che non c’era. “DanzaFerma” è interamente registrato presso il Verde Studio di Roma, ed è stato realizzato grazie al contributo del progetto “Per Chi Crea”, arriva dopo il suo primo spettacolo solista Voce del 2013 e dopo il disco di debutto del 2015, “Immobile”, sempre per MarteLabel, diventato poi anche un libro. Hanno accompagnato la voce di Gianluca Secco: Antonio Arcieri (pianoforte), Marco Cataldi (chitarre), Eugenio Tacchia (batteria) e Nicola Ronconi (basso).