– di Martina Rossato –
Damon Arabsolgar è una delle due anime (insieme ad Anselmo Luisi) che si celano dietro al suggestivo progetto MOMBAO, che abbiamo avuto il piacere di conoscere e sentire dal vivo.
Sabato sera ci siamo trovati per il suo primo concerto da solista (progetto al quale lavora segretamente da sei anni) a Isciān, realtà unica nel cuore del vivace quartiere di Porta Romana a Milano. La scelta di questo locale ha fatto sì che già prima ancora di varcare la soglia, l’atmosfera fosse permeata da un senso di intimità e connessione. Per accedere bisogna infatti passare attraverso un cortile con dei lavori in corso e, non fosse stato per i cartelli che rendono chiaro il percorso da seguire, avrei pensato di essere finita a casa di qualcuno.
Devo ammettere che la sensazione non è cambiata, una volta all’interno. Realtà così sono ormai una rarità ed Isciān è una vera e propria oasi di serenità in mezzo al caos milanese. Il concerto si inserisce all’interno della rassegna Musica Randagia e l’ambiente intimo e accogliente del locale (in cui non ero mai stata) ci ha fatti subito sentire ospiti a casa di Damon.
La sala è piccola, ma piena. Damon suona davanti a noi ma non c’è una vera e propria distinzione tra lui e pubblico, tanto che alcuni spettatori si siedono a gambe incrociate proprio come se fossero sul tappeto a casa di un amico, pronti ad ascoltare i brani di questo nuovo progetto in anteprima con in mano un bicchiere di vino.
Sul palco con Damon ci sono Giacomo Carlone, produttore del progetto solista e batterista, e Arturo Zanaica ai synth, che lo affiancano con il loro talento. Quello che i tre musicisti ci propongono è un viaggio emotivo, un intrecciarsi di suoni capace di catturare l’ascoltatore dall’inizio alla fine. Chitarra e voce di Damon si fondono con gli altri strumenti e con il pubblico in un’armonia che sembra farci respirare tutti all’unisono.
Nel progetto solista non mancano i richiami alle sonorità dei MOMBAO, ma il tono è più personale, intimo e cantautorale, e ci fa scoprire il lato più dolce dell’artista, fino ad ora rimasto nascosto. «Se siete qui, è perché mi volete bene e ho una sorpresa per voi»; con un gesto che dimostra la sua gratitudine e l’affetto per il pubblico presente, Damon racconta di avere con sé alcune copie del suo libro di poesie.
La sua musica dà una voce e un suono alle poesie che scrive e tocca le corde più profonde del nostro essere. Parlando di amore, separazione e anima, Damon risveglia come un incantesimo quella pace e serenità dei sensi che molto spesso fatichiamo a trovare, travolti dalla frenesia delle nostre vite.