_ di Angelo Andrea Vegliante.
Introspettivo, emozionale e omerico: Piotta si trasforma ancora una volta e, con il suo nuovo disco “Interno 7”, diventa ancora più Tommaso. Un lavoro che parte dal rap e raggiunge la dimensione cantautorale, sovrapponendo linguaggi e stili con l’inconfondibile stile che ha reso Piotta una delle voci e delle penne più rilevanti degli ultimi anni.
Lo abbiamo raggiunto per parlare di questo nuovo capitolo discografico, e del suo nuovo percorso umano e musicale.
Da Piotta a Tommaso Zanello: “Interno 7” è il tuo album più introspettivo?
Assolutamente sì. Interiore, emotivamente parlando, e Interno, fisicamente parlando. Interno come l’appartamento al numero 7 della scala B cui sono arrivato ad 1 anno e rimasto fino al 2000. Quello stesso Interno che per l’ultima volta mi sono lasciato alle spalle qualche mese fa, ora che tutti e 2 i miei genitori non ci sono più. L’Interno con i suoi oggetti, le foto, i VHS, le cassette, i vinili, i quadri, i libri, i vestiti e tutti i ricordi che custodiva.
All’interno dell’album ci sono feat di grande impatto, tra cui quello di Primo e Er Pinto. Come mai hai fatto queste scelte?
Sono scelte dettate dall’esigenza di fare un disco intimo, puro, vero, come l’amicizia con un grande come David e le parole – sempre toccanti – con cui Er Pinto arricchisce di poesia la nostra città e tocca i cuori. I feat sono tutte persone con cui ho condiviso tanto, chi di vecchia data e chi amico più recente come Dub Fx.
In “Interno 7”, il tuo rap diventa ancora più cantautorale, e i vari brani hanno sonorità molto dolci, come se le stesse musiche volessero comunicare nostalgia. Sbaglio?
Nostalgia, crepuscolo, luci soffuse, un disco scritto tra il tramonto e le prime luci dell’alba, spesso a guardare il mare d’inverno, o il lago di Bracciano o sotto la pioggia scrosciante e le finestre lasciate aperte per ascoltare meglio il suono dell’acquazzone. Un disco il cui luogo d’ascolto ideale è la propria camera, a luci basse, o dal vivo nei club che raggiungeremo con il tour in tutta Italia.
Possiamo definire “Interno 7” come un concept album?
Anche in questo caso la risposta è assolutamente sì. Un concept sul tempo, la memoria, perché la Storia è la nostra memoria.
Sono le parole che più tornano in un disco che vuole elevarsi da autobiografico a collettivo, potenza evocativa della musica e delle nostre emozioni, quelle emozioni che ci avvicinano nel profondo. Cambiano i nomi, i luoghi, i volti, ma spesso tornano le stesse paure, gli stessi dolori, le stesse gioie.
Io ho voluto raccontarli entrambi e farne delle canzoni, canzoni infatti che sono nate chitarra e voce o piano e voce.
Qual è la stato il brano più difficile da realizzare?
Tutti. Mi sono messo a nudo e speso molto in tutti i brani, senza maschere o personaggi, fuori da regole e cliché di un genere, piuttosto che di un altro.
Se proprio devo trovarne 2 difficilissimi da cantare dal vivo sono “Maledetti quegli anni 90” e “Piazzale Lagosta 1” dedicati rispettivamente a mio padre e a mia madre e la sua Milano.
Faccio un’ipotesi: dopo “Solo per noi”, il prossimo brano estratto sarà “Maledetti quegli anni 90”?
Potresti averci azzeccato, ma il dubbio è con Ma La Vita. Preferisci il primo?
Quest’album segna una nuova evoluzione per la vita artistica di Tommaso Zanello?
Chi mi conosce bene bene sa che i tratti di questo album sono già presenti in alcuni miei brani del passato considerati piccoli cult.
Penso a Ciclico, dal primo film dei Manetti bros, a Non ti lascia, ma penso anche alla più recente 7 vizi Capitale alias la sigla di Suburra la serie. Erano episodi isolati, 1 o 2 ad album, ora invece ho avuto il coraggio di realizzare un album completamente ed interamente così cantautorale.
Dai tuoi primi successi a “Interno 7”: quant’è cambiato Piotta?
Basta sentire i miei album per capirlo, dal primo al nono di Piotta, che forse è anche il primo di Tommaso, come scriveva il mio amico Livio Buffo.
Ma tutti gli album hanno in comune la sincerità e la spontaneità, chi la solarità dei 20 anni, chi la combattività dei 30, chi le riflessioni dei 40.
Hai mai pensato di farti influenzare da sonorità più trap o di collaborare con alcuni esponenti di questa corrente artistica?
Musicalmente non mi spiace affatto. BPM bassi, melodia, pezzi in minore, i testi invece mi lasciano basito, così simili e intrisi di stereotipi.
DATE TOUR:
2/11 Splinter – Parma
3/11 Colorificio Kroen – Verona
9/11 Mercato Sonato – Bologna
10/11 Heartz Club – Fermo (FM)
16/11 Hall – Padova
17/11 CSA Magazzino 47 – Brescia
23/11 Magazzini Fermi – Aversa (CE)
24/11 Largo Venue – Roma
30 /11 Crazy Bull – Genova
7/12 Hiroshima – Torino
8/12 Magnolia – Milano
13/12 Cantiere – Lecce
14/12 Auditorium Flog – Firenze
15/12 Swamp Club – Carrara (MS)
22/12 Officine Utopia – Ceccano (FR)