_di Matteo Giacchè.
_foto copertina di Beatrice Chima.
Dopo otto lunghi anni di attesa, e dopo un duro colpo che avrebbe messo molti a tacere, i Cor Veleno tornano con “Lo Spirito che Suona”, uscito il 26 ottobre per la loro etichetta Artist First.
Hanno ancora tanto da dire Grandi Numeri e Squarta, che in quest’ultimo lavoro celebrano la magia della musica, mezzo migliore per esprimere il loro dolore e la loro indignazione verso una città che ci coccola e ci prende a schiaffi. Un album che nasce dal desiderio di ricordare il loro compagno Primo Brown, scomparso prematuramente, e che, grazie al lavoro dei suoi due amici, è presente in ogni traccia con le registrazioni che ci ha lasciato in eredità.
Se David stesse guardando, sarebbe fiero del risultato finale, perché questa è la musica di chi si è rialzato e ha resistito con tutte le forze, senza mai perdere la voglia di lottare. Taglienti come sempre le rime di Primo, che con il suo rap nudo e crudo sta sul beat come pochi altri. Bellissime le sue tracce, con frasi sempre rivolte ad un futuro in cui, non abbiamo dubbi, c’è un posto riservato anche per lui.
Perfetto, come al solito, anche Grandi Numeri, in un rap carico di sentimento: pulito, preciso e puntuale. Già dall’apertura del disco si capisce che la questione è seria: L’antifona è un pezzo al quale basta poco più di un minuto e mezzo per afferrarti per le spalle, scrollarti, darti uno schiaffo e dirti: “Ascolta!”, catturando l’attenzione dai primi secondi, con un intro in perfetto stile Cypress Hill.
Degna di nota anche la parte strumentale, confezionata alla perfezione da Squarta e impreziosita dal basso di Gabbo Centofanti, dalla partecipazione di Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, con la sua chitarra blues, nei brani Non Costa Niente, Servono Pietre e Il Nome del tuo Esercito, ma anche dalla tromba di Roy Paci, che indossa anche i panni da direttore dei fiati per il brano Niente in Cambio.
In questo album, oltre al rap, ci sono il blues, il jazz, il funk e il cantautorato nostrano, ma anche quello americano. C’è il rock, con le sue sonorità forti, e c’è la freschezza della musica, quella suonata bene, che fa da base alle rime, sempre cariche e pesanti, di Primo e Grandi Numeri.
La lista di collaborazioni, però, non finisce qui: Danno dei Colle der Fomento, Giuliano Sangiorgi, Coez, Gemitaiz, MezzoSangue, Johnny Marsiglia, Madman e Marracash. I Cor Veleno hanno accolto artisti provenienti da generi diversi, alcuni dei quali ultimamente hanno anche fatto discutere, e nel loro attacco alla musica preconfezionata e spinta dall’alto mettono tutti d’accordo con versi e sonorità toccanti.
È questa la magia della musica di cui parlano in questo nuovo lavoro: un’entità dalla quale non finiamo mai di imparare e, al tempo stesso, una fonte inesauribile da cui attingere quando vogliamo tirare fuori quello che abbiamo dentro.
Lavorare sulle tracce registrate da Primo deve essere stato doloroso, cosa che rende il disco ancora più prezioso. Il modo perfetto per ricordare chi, ancora oggi, è “Primo a pieno titolo”.