“Zero” è il nuovo singolo del duo Xtrasensory. Un nuovo capitolo dove convivono due anime che lottano tra di loro fino a fondersi in un mondo che affonda le sue radici dentro influenze stratificate e complesse, tra progressive e alt-rock. Gli Xtrasensory ci portano esattamente ad un bivio, e la scelta sulla strada da prendere sta solo all’ascoltatore.
Ecco cosa ci hanno raccontato.
Qual è il messaggio che contiene il brano Zero?
“Zero” (pronuncia inglese) parla di un pesante conflitto tra due estremi della propria interiorità, uno rassegnato e l’altro desideroso di rivincita. Si tratta di un dialogo tra due vere e proprie entità all’interno della stessa persona, la quale si ritrova di fronte ad un bivio: accettare una terribile realtà come condanna definitiva e rimanere in trappola nella propria zona di comfort per il resto della vita, oppure reagire andando contro corrente. In questo caso il confronto si evolve positivamente perché la voglia di rivincita ci ha spinti ad una ribellione forte abbastanza da innescare, nelle nostre vite, un processo che sta generando una crescente consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Ci auguriamo che il messaggio all’interno di questa canzone possa raggiungere qualcuno che ha davvero bisogno di prendere in mano la propria vita e di trovare, dentro di se, una forza tale da vincere le proprie battaglie interiori.
Perché proprio questo titolo?
Il titolo, proprio come i nostri testi, ha un doppio significato. ZERO si riferisce alla necessità di iniziare a costruire una nuova vita e la propria autostima partendo da capo.
Come mai, oltre al nome della band, avete sentito il bisogno di usare anche degli pseudonimi?
Aldo e Anna sono morti, uccisi dentro dal loro passato. Di fronte al bivio di cui parla la canzone ci siamo guardati dentro, in profondità, dove non osavamo più guardare da quando eravamo bambini, e abbiamo trovato Aiden e Luna, ciò che siamo realmente, e abbiamo deciso di rinascere come tali.
Esiste in Italia una scena rock?
Sì, ma è molto povera di idee innovative ed è fortemente snobbata da chi di dovere. Purtroppo nel nostro paese c’è una certa avversione nei confronti di ciò che sta fuori dai soliti schemi sui quali si basa la musica italiana ormai dal paleolitico. Una vera noia, ma è questione di mentalità.
Siete in contatto con altri musicisti siciliani? Esiste una scena in Sicilia? Sentite di farne parte?
A parte gli ex insegnanti, attualmente non siamo in contatto con nessun altro musicista siciliano.
In Sicilia, come in gran parte dell’Italia, questo viene considerato (purtroppo) più un hobby che un lavoro, quindi è difficile parlare di scena musicale.
Come andrete avanti adesso?
Abbiamo tantissime cose in programma e moltissima musica in cantiere. Andremo avanti lavorando più che mai per far progredire il nostro progetto. Seguiteci.