– di Giuditta Granatelli –
Vicini di Caos è stato pubblicato il 26 marzo 2021 dai Maldimarte, nati dal precedente progetto rock Vinylika, e distribuito da Alka Record Label. L’EP è ciò di cui abbiamo bisogno adesso: parla di oggi, della nostra esistenza stravolta e lo fa in modo sincero, lasciando che dall’ascolto nasca qualcosa di emotivamente costruttivo e mettendo da parte pretese, termini altisonanti, similitudini ridondanti o quella cadenza trascinata da mancata voglia di vivere e di cantare che sembra caratterizzare quei contemporanei che vogliono trattare di sofferenza e invece annoiano.
Il gruppo agrigentino adotta, in questi quattro brani, un approccio più emo-power e allo stesso tempo cantautorale. E il risultato è sorprendentemente positivo. Tracce che coinvolgono perché trattano di qualcosa di vero: nichilismo e disorientamento, per esempio, come in “Respirerò” (“Ho in mente un percorso costretto a deviare / Assolve al destino qualunque volere / Trapassa le tende e attende che il corpo declini da sé/ Io mi fingerò immobile”) dai quali tuttavia si riemerge (“Sopravviverò al tonfo morale di un’epoca”).
Sorprendono la trasparenza e l’autenticità dei Maldimarte, che scrivono facendo uso di metafore efficaci, solo quando serve (“La notte viene e assorbe il tuo sudore con la polvere”, da “Distimia”), e che fanno rock senza sentire il bisogno di crearsi nessun tipo di personaggio o esperimento sociologico. Ottimo, a mio parere, anche il loro destreggiarsi tra synth e chitarre.
È dunque questa genuinità delle sensazioni che trasmettono, dell’analisi schietta del mondo contemporaneo a funzionare, unita al loro talento e alla loro propositività, che mette però in primo piano la necessità di rallentare, di rispettare i propri limiti (“Sarà dura risalire i Pirenei / Circoscrivere un perimetro noi due / Avremmo solo dovuto parlare e piangere / Ma è stato sempre troppo tardi e sempre da rifare”, da “Pirenei”). Sono questi i motivi per cui, per concludere, l’EP merita di essere ascoltato con interesse; i Maldimarte sono una parentesi bella e inaspettata in mezzo alla musica di questo periodo, per lo più piatta e involontariamente deprimente, oppure commerciale, sanremese, o ancora composta da personaggi-evento che da esprimere alla fine hanno poco.