– ExitWell per ARTBEAT / Luiss Business School –
Ciao Paolo! Tu lavori nel direttivo artistico di ARTBEAT: esattamente che cosa fate?
Il dipartimento artistico è formato da me e altri sette ragazzi e si occupa delle relazioni con gli artisti, del recruitment, della disposizione della line up, sia per gli artisti musicali che per quelli visivi. Ci siamo divisi dei compiti: io, personalmente, mi sono occupato di organizzare l’evento con gli artisti, sentendo le idee di tutto il dipartimento, e ho proposto, trattato e negoziato l’evento. E, alla fine, finalizzato gli accordi, ma solo per quanto riguarda la line up musicale. Il mio lavoro è stato fare da tramite tra Luiss e gli artisti musicali, cioè i BNKR44, Rosolo Roso e il collettivo Hood.
Per quanto riguarda gli artisti espositivi se ne sono occupati in maniera assidua e molto diligente altre persone del direttivo artistico, della promo e della produzione. C’è stato bisogno di un brainstorming che esulasse dai confini dei dipartimenti prestabiliti: Grent ha la sua organizzazione di artisti e ha potuto dare un grande contributo, Lorenzo ci dava gli input di produzione e ci siamo confrontati molto con lui, Fabio e Marianna hanno svolto un grande lavoro di recruitment degli artisti: l’attività è stata comunque prevalentemente del dipartimento artistico, ma con delle “aggiunte” dagli altri reparti.
Sulla base di cosa avete scelto sia gli artisti musicali che quelli visivi?
È nato tutto dall’artista musicale headliner, i BNKR44. Chiamandoci “ARTBEAT”, avendo eletto il concetto di “arte” unito a quello di “musica”, vedendo come sono le prestazioni live dei BNKR44 ci siamo ispirati al loro live painting svolto sul palco.
La scelta dell’apertura è ricaduta su un altro artista, Rosolo Roso, che ci è stato proposto e che ci ha convinto, e sugli Hood, un collettivo e bellissima realtà legata al nostro master, che abbiamo scelto di inserire nella line up.
La parte artistica è stata ispirata, quindi, dai BNKR44. Il concept che abbiamo scelto è stato quello dell’evasione, della fuga dal quotidiano, come spieghiamo anche su ARTBEAT:
«Evasione sarà il titolo della mostra ispirata ai BNKR44; nasce dall’idea di ricreare il luogo-simbolo del collettivo: il bunker, un luogo in cui è nato e ha trovato il rifugio perfetto per pensieri ed emozione. Momenti di condivisione che si traducono nella volontà di raccontare e raccontarsi al mondo esterno attraverso la musica, che si copre di una duplice veste: è specchio del loro mondo interiore, ma anche un linguaggio con cui esprimerlo».
Si tratta di evadere dai normali canoni della quotidianità, dalla propria città d’origine… Non avere confini. E fondamentalmente si tratta del bisogno che ha ognuno di vedere che cosa ci sia oltre la propria comfort zone. Questo verrà raccontato – e non vediamo l’ora di scoprirlo! – da ogni artista espositivo, attraverso le opere presentate alla mostra.
Se dovessi riassumere il lavoro del dipartimento artistico in passaggi, quali sarebbero i vari step?
Da venti entità diverse, venti “teste”, ci siamo divisi in tre gruppi sulla base delle aspirazioni che ognuno aveva maturato. Per esempio le persone con più volontà di di allestire, organizzare, guardare la logistica, si sono occupate della produzione, mentre le persone che avevano più skills dal punto di vista del marketing o della grafica si sono occupate della promozione; chi voleva occuparsi dell’attività manageriale o semplicemente ama particolarmente ascoltare la musica, come me, è andato nel dipartimento artistico. Ma come ti dicevo le “barriere” tra questi tre gruppi all’occasione cadono.
Nell’artistico ci siamo mossi eleggendo, di comune accordo, gli artisti. Abbiamo sondato il terreno, visto se fosse tutto fattibile, chiesto agli artisti se fossero disponibili per un’ipotetica data a gennaio. Abbiamo sfruttato il network del nostro professore per arrivare ai contatti ufficiali e da quel momento è partita una serie di trattative per giungere a un patto per il concerto: cene, cachet… Abbiamo fatto questo discorso per i BNKR44 e per Rosolo Roso, ricevendo anche le loro indicazioni tecniche – che abbiamo girato alla produzione.
Ti dirò che inizialmente pensavo fosse una cosa un po’ più complicata, invece è stato tutto molto piacevole e anche divertente, pur perdendoci molto tempo e molto sonno, anche per la disponibilità di artisti, manager ed etichette: sono stati tutti disponibili, molto scialla, come si dice a Roma.
Ci sono cose da evitare nel processo di organizzazione?
Diciamo che noi siamo stati bravi a non accavallarci. Abbiamo capito subito che cosa fosse meglio e peggio fare, abbiamo immaginato un evento concreto e abbiamo evitato di avere troppe aspettative, capendo che le cose si evolvono. L’abbiamo accettato e siamo stati motivati. Abbiamo voluto tutti la stessa cosa e penso che questa sia la cosa più importante.
Alla fine questo evento si farà o rimanderete, come stanno facendo molti eventi musicali in questo periodo?
Per il momento il nostro intento è di non rimandare. Se arrivasse qualche restrizione in più, però, a quel punto sì, lo rimanderemo. Comunque voglio essere fiducioso. Vedremo dopo le feste: da Capodanno in poi, anche se mancassero delle pronunce “ufficiali” avremo più strumenti per capire.