– di Michela Moramarco –
Afa Fest è il nome del Festival pugliese che combatte l’afa estiva.
Quest’anno si è svolta la prima edizione, che ha visto come ospiti principali Folcast, Valentina Polinori ed Erica Mou. Il festival ha avuto luogo a Spazio 13.
Ho avuto la possibilità di assistere alla prima serata, quella del 22 luglio, avviata da artisti emergenti e che ha visto come protagonista indiscusso l’artista romano Folcast.
Inutile dire quanto sia stato adrenalinico il solo pensiero di tornare ad ascoltare la musica dal vivo. Ripartire con Folcast è stato divertente ed opportuno, essendo un artista poliedrico che seguo da un po’.
Inoltre, il luogo e l’ambientazione sono stati particolarmente adeguati a creare un’atmosfera non troppo formale, giusta per rompere il ghiaccio (almeno per me) e riabituare le mie orecchie a stare, adesso seduta, sotto il palco, con le casse che “sparano forte”. Il luogo di cui sto parlando è Spazio 13, un luogo che era una scuola elementare che si è convertita gradualmente in spazio di promozione culturale. Situato nel quartiere Libertà di Bari, Spazio 13 ha l’obiettivo di ospitare eventi ed artisti sempre con propositività.
Ed è proprio nei pochi attimi che precedevano l’avvio della serata che ho scambiato qualche battuta con uno degli organizzatori di Afa fest, Stefano, che con grande disponibilità mi ha dato qualche informazione interessante, soprattutto riguardo la scimmia, mascotte di questa prima edizione.
Ciao Stefano e grazie per aver proposto quest’evento alla città. Andiamo dritti al punto: Come mai la scelta di organizzare Afa Fest?
Abbiamo deciso di organizzare Afa Fest perché abbiamo vinto un bando per poter avviare un progetto di gestione dello spazio, un progetto bar che potesse incentivare gli eventi culturali.
Afa fest avrebbe potuto prender vita a giugno, ma in realtà non c’è stato tempo e modo di organizzarsi prima. Fare un festival in un cortile in mezzo alla città sicuramente non è un’idea incredibile, ma ci abbiamo scherzato su e abbiamo scelto questo nome. Afa Fest è perché avevamo pensato che avrebbe fatto un caldo incredibile in questi giorni, ma forse è andata anche bene, data la pioggia dei giorni scorsi.
Inoltre, il nome è chiaramente ironico sul modo di dire barese, che indica il fare festa.
Come è andata la fase di organizzazione degli eventi, i contatti e la scelta degli artisti?
Devo dire che è andato tuto abbastanza bene, il luogo ha giocato a nostro favore. Essere qui, in un luogo così peculiare, con un palco professionale comprato a costo di grande impegno ha probabilmente dato un valore aggiunto alla proposta fatta agli artisti. Loro sono venuti qui con una consapevolezza di ritrovarsi davvero in un centro culturale, un po’ diverso dal live club.
Credi che sia stato difficile organizzare un evento del genere essendo a Sud Italia?
Dunque, personalmente sono stato circa nove anni a Roma, è Afa Fest per me è un piccolo passo. Stiamo cercando di costruire ciò che abbiamo visto altrove. Cercheremo di coinvolgere sempre più giovani, per creare occasioni di confronto.
Come mai una scimmia come mascotte?
È nato tutto un po’ per caso. Volevamo qualcuno che facesse qualcosa in città. Nessuno era disponibile. Abbiamo adottato la nostra scimmia che si è prestata per noi!
Grazie.