– Michela Moramarco –
Joanne è il titolo del nuovo singolo di Claudym, cantante e illustratrice milanese. Il brano racconta dell’importanza del sentirsi e riconoscersi nella propria unicità: note malinconiche e lampi di lucentezza caratterizzano musicalmente la traccia, che è accompagnata da un videoclip peculiare. Ne abbiamo parlato con l’artista.
Parliamo del tuo nuovo singolo Joanne, traccia un po’ cantautorale un po’ venata di elettronica. Si può dire che il personaggio di cui parli sia un po’ il tuo alter ego?
Si può dire che nel brano Joanne metto un po’ insieme degli aspetti dei caratteri delle mie amiche: si tratta di questa ragazza che prende continuamente delle sbandate. Ma di fatto può essere anche un po’ un mio alter-ego. Andando avanti con il lavoro sul pezzo mi sono resa conto che stavo raccontando anche un po’ estremizzandolo qualche aspetto di me, soprattutto della me di qualche anno fa. Il brano è un inno al volersi bene, ad accettarsi.
Una peculiarità di questa traccia e della tua musica in generale è un alto tasso di condivisibilità. Come si riesce secondo te in generale a costruire un rapporto di fiducia e condivisione con i propri ascoltatori?
La costanza nel pubblicare brani fa la differenza, ma anche la sincerità. Personalmente a livello social non ho vergogna anche di prendermi in giro. C’è bisogno di coerenza in quello che si crea, questo incuriosisce e porta a essere anche condivisibili, perché no.
Qual è la difficoltà più grande o l’aspetto meno semplice nello scrivere un brano?
Tutto. La questione è che ogni volta penso di non essere in grado di scrivere un nuovo pezzo. Sono una di quelle che parte fondamentalmente dalla melodia ma inizio a trovare difficoltà per le parole. Derivo dalla scrittura testuale in inglese che è molto diversa metricamente. I brani migliori secondo me sono quelli che chissà come ti vengono in mente con melodia e parole insieme, come se il tuo inconscio ti volesse dire qualcosa e poi lo sfrutti. Per me è il testo la cosa su cui mi incastro senza uscirne facilmente. Quando si trova la strada giusta diventa tutto in discesa.
Artista pop underground. Ti ci ritrovi in questa definizione? Cosa significa pop underground?
La definizione è sicuramente contraddittoria, ma si addice alla percezione che si può avere in Italia di quello che faccio, che è fondamentalmente pop che esce dagli schemi di quello che può essere considerato pienamente pop. È un pop un po’ strano ma un genere che si trova affine a quello che ascoltiamo in inglese.
Oltre che artista musicale sei un’illustratrice: come riesci a coniugare queste attività nel tuo progetto musicale?
Adesso accompagno alla creazione della copertina ma in generale dell’immaginario visivo. Metto mano a livello grafico, spesso molto attivamente. Per quanto riguarda l’aspetto puramente visuale non musicale sono un po’in stand by.
Paliamo del video del tuo nuovo singolo, in cui sei sola contro la videocamera che si potrebbe configurare quasi come uno specchio. Come è nata questa idea?
Il videoclip recupera il concetto di alba, legato alla scelta di fondo di voler dare luce a sé stessi, nella possibilità di esprimersi. C’è anche il concetto di liberazione, ovvero di togliersi i vestiti come simbolo del mettere via le sovrastrutture. Inoltre, musicalmente mi sono legata molto all’album “Parachutes” dei Coldplay che è stato la colonna sonora di un viaggio con la mia famiglia. Quindi quando ho scritto il brano mi sono detta che a livello di immaginario è come se fosse appartenuto a quell’album. Per il video mi sono voluta legare all’immagine dell’alba del video di Yellow, che mi ha segnata nella sua semplicità. Il rimando visuale è questo.
Quali sono gli ascolti a cui sei più grata come formazione musicale?
Io son cresciuta con i Beatles ma anche con i Coldplay, inevitabilmente e forse inconsciamente entrambi segnanti. Ma parliamo anche di gruppi Brit-pop oltre che Oasis e Blur, anche Babyshambles cose così. Pian piano ho cercato oltre che band anche artiste femminili, Bilie Eilish, Avril Lavigne, un bel mix di cose.
Claudym cosa ti auguri per il tuo futuro?
Mi auguro di poter vivere di questo e di crescere a livello di pubblico. Insomma, le classiche cose, non mi pongo limiti. Neanche obiettivi troppo precisi.