Ecco a voi un gioiello che non solo si ascolta, ma si vive, si respira, si sente sulla pelle: “Memoria degli alberi”, il nuovo disco di Claudia Bombardella uscito per la RadiciMusic Records, label sempre attenta a investigare il suono che arriva dal mondo. È un viaggio musicale che sa di radici profonde e chiome che sfiorano il cielo. Polistrumentista, cantante e sperimentatrice instancabile, Bombardella ci regala un’opera che abbraccia il mondo intero, passando dal cuore delle tradizioni popolari alla magia della musica d’autore, con un tocco di poesia che scalda l’anima. Una foresta di suoni dove i tronchi sono anime e sono le parole degli uomini. Ogni traccia allora è essa stessa un albero di una foresta immaginaria, dove le radici affondano in culture diverse e i rami si intrecciano in una danza universale. Ci sono canti antichi, danze sfrenate, poesie che vibrano, e perfino un cinghiale innamorato che sussurra dolci parole! È un invito a fermarsi, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla natura, dalle tradizioni, dalla bellezza che sta ovunque, anche nel silenzio.
L’amore non è un freno ne una moda ma una necessità che ci rimanda a tradizioni e canti popolari e popolareschi: “Passacaglia della gioia” è un inno alla vita che sembra accendere la luce dentro di noi, riscrittura magistrale di un antico pezzo seicentesco. Le sospensioni di “Setar” ci regalano una potenza vocale in stile iraniano, belli i riverberi che sanno collaborare alle visioni antiche. E tutto questo si rinnova, se vogliamo con forza maggiore dentro “Shamana” dove anche il Delay gioca un ruolo evocativo centrale. E la voce ancora protagonista dentro lo “Swing” che danza dentro il primo singolo estratto, una improvvisazione che in sottofondo svela trame jazzistiche (o forse sono miei pregiudizi). E ancora l’amore, pesco un testo estratto da una riflessione di Romeo a Giulietta, Shakespeare (Giovanni Florio) che fa di “What love can do” un brano in bilico anche dentro immagini irlandesi o di nuove conquiste dell’antico west. Amore e protezione in un mantra scritto da Livia Chandra Candiani dentro “Per tutta la notte” che ancora svela immaginari medievali ed epiche battaglie. E così via lasciandosi cullare dall’inaspettato mondo che si dipana senza vincoli e ragioni di sorta. Il mondo è degli incanti e delle favole e la Bombardella sembra conoscerli a fondo.
Mandolini, chitarre, percussioni e flauti, dialoghi ancestrali, disegni e fotografie e danze.