Chiazzetta, come lui dice, è un “punkautore”. Ma provarlo a definire vorrebbe dire banalizzarlo, e Chiazzetta è tutto fuorché banale. Se, come dice lui, Natura Porca non è un vero album, è anche vero che dentro, qualsiasi cosa sia, potrete trovare di tutto e in tutte le forme possibili. Si parte con una canzone d’autore indie come “Whisky e rischi” e si deraglia subito nella dance elettronica di “Chiara”, poi ancora i beat serratissimi di “Dimentica” e la quasi gag minimale di “Troia” l’accenno punk di “Flixbus”, introduzione della pianistica “Monogamia”. Insomma, avete capito l’andazzo che prendono i 21 brani, ognuno una sorpresa. Se siano o meno “Troppi contenuti”, come detto nello sketch stile Calcutta pre-mainstream, lo lasciamo scegliere a voi. Certo è che “contenuto” Chiazzetta non lo è: l’elemento che tiene insieme il tutto è il fiume di parole da iperattività senza Ritalin, che spesso sfocia in un protorap dilagante – e a tratti difficile da assimilare. Natura Porca è una mistery box da affrontare con giusto spirito e curiosità: troverete sicuramente qualcosa che adorerete.