Alcuni artisti necessitano di un percorso più o meno tortuoso per raggiungere il fulcro della propria espressività, altri si presentano al pubblico perfettamente centrati e a fuoco fin da subito. Chiara Vidonis appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Tutto il resto non so dove è un esempio (peraltro uno dei migliori giunti alle nostre orecchie di recente) di arte nata già matura.
Le undici tracce che compongono l’album si muovono in un territorio che si estende tra il cantautorato e il rock (in un senso ampio che ne abbraccia diverse possibili manifestazioni) e sono spesso arricchite da minute incursioni di sonorità elettroniche. Il bilanciamento di questi elementi fa emergere una forma canzone limpida e puramente pop, nel senso migliore del termine. La struttura melodica di ciascuna delle tracce ha un appeal indiscutibile, e le rende abilissime nell’insinuarsi nella mente dell’ascoltatore (sfido chiunque ad ascoltare brani come “Quando odiavo Roma”, “Tutto finirà” e “Eva” e provare a non canticchiarli per i giorni a seguire).
Lo stile canoro della Vidonis è articolato, complesso, estremamente versatile e nonostante ciò ben definito e caratterizzato. Riesce a interpretare al meglio lo spirito più riot nei momenti propriamente rock e trova soluzioni più dolci in quelli introspettivi. Le stesse cose potremo dirle della sua scrittura che riesce a far emergere con precisione molteplici aspetti della sensibilità dell’artista, dall’emotività e la narrazione dei propri vissuti (“Le cose preziose”, “Viola e bordeaux”) fino a riflessioni di carattere più ampio (“Lo stato mentale”, “Cannibale”) che risultano tanto più apprezzabili quanto più si fa chiaro nel corso dell’ascolto che tutto l’album è sostenuto da una visione del mondo personale e da una coscienza molto chiara di quale posto si occupa al suo interno.
Al di là del posto che da parte sua sente di occupare, da parte mia sento di poterla facilmente collocare tra i migliori artisti emergenti. Speriamo che presto possa calcare palchi più grandi e trovarsi davanti a un pubblico più ampio, direi che anche quello è un posto che le spetta di diritto.
Nicolò Turchetti