– di Yna –
Il forte accento toscano è ciò che la contraddistingue e arriva immediato, sincero come un bel bicchiere di vino che accompagna i suoi lunghi capelli castani e i suoi occhi celeste limpido. Si chiama Rachele Marinelli, in arte è raele e lo scorso 20 gennaio è uscito il suo nuovo singolo, “rame”. Un mondo di suoni, colori, sensazioni, dove nostalgia e dolcezza si mischiano senza lasciar trasparire vuoti e mancanze, dubbi e bugie. Da ogni travagliato percorso, ogni artista che possa essere definito tale fonda nuovi mondi e scrive nuove poesie, seguendo il filo rosso della sincerità e della trasparenza, che ha sempre un colore e una profondità, uno spessore sottile che si trasforma in credibilità.
Raele è a Roma ormai dai 7 anni. Ha iniziato un primo percorso artistico qualche tempo fa lavorando con i produttori di Studio Corrente, Federico Leo e Leila Balhouri. Io raele la seguo da un po’, l’ho conosciuta alla fine di questo processo di cui “rame “ è allo stesso tempo prodotto e punto di partenza. La invito per un’intervista, per parlare del suo nuovo progetto, di fronte a un caffè. Ma quella mattina c’era un sole stupendo a Roma, eravamo entrambe in “presa a bene” e abbiamo deciso di immergerci in un’atmosfera in linea con il progetto e con tutto quello che Raele è ed è diventata. Così siamo andate al parco, ci siamo sedute su un muretto.
Ciao Raele, buongiorno. Come stai?
Buongiorno! Bene, oggi è una bellissima giornata di sole. C’è un po’ di vento ma qui con gli animali, la natura viva, mi sento bene, nel mio habitat naturale.
Oggi vorrei parlare un po’ di te, per permettere a chi ci legge di conoscere il tuo progetto. Quello che vorrei venisse fuori da questa intervista è la tua personalità. Quindi, chi è raele?
Raele è un nuovo progetto, una nuova parte di me, nata dopo un periodo molto brutto della mia vita. Ho deciso di intraprendere questo percorso perché ho sentito l’esigenza di un cambiamento, interno, spirituale. Quindi dopo il vecchio progetto, insieme ai miei produttori abbiamo deciso di intraprendere questo percorso un po’ più intimistico, e ho scritto dei brani per mettermi a nudo, delle canzoni da ascoltare intorno al fuoco a lume di candela, rappresentano la parte più vera e più intima di me. Per la prima volta sento di essermi messa a nudo sotto questo punto di vista. È stato un passo grande perché anche a livello di produzione abbiamo lavorato per far emergere la mia vera essenza, con arrangiamenti minimali, interventi puntinistici, ma rimane l’immediatezza e la spontaneità del voce e chitarra, molto diretta.
Quanto hai dovuto sacrificare di Rachele?
Un po’. Ero abituata a vedermi in maniera sempre molto positiva, un mood energico e festaiolo, quindi è stato un percorso difficile ma allo stesso tempo naturale. La mia esigenza era quella di mettere da parte tutto, rendere giustizia a tutto ciò che pensavo e sentivo e ricominciare un nuovo capitolo. Quindi è stato un lavoro a ritroso, a partire dalle proprie origini, da come nasce una canzone, senza troppi arrangiamenti intorno. L’obiettivo era cogliere l’essenza, la mia essenza.
Mi hai portato naturalmente alla mia prossima domanda, raele. Il tuo percorso artistico è andato di pari passo alla ricerca del sound, non sono mai state due cose scollegate.
No, esatto. C’è stato uno studio dietro per cercare le sonorità più intime anche del folk, un qualcosa che qui in Italia non si sente molto, perché si cerca sempre di puntare all’omologazione del mainstream per entrare in playlist. Io invece ho fatto una scelta molto più personale seguendo la mia esigenza personale, perché mi piaceva quel modo di scrivere. Ho voluto scrivere delle cose vere rispetto a ciò che sentivo in quel momento.
“rame” mette a nudo un immaginario molto nitido, è una canzone visiva in cui emerge l’associazione del significato alla parola “rame”. Ma cosa rappresenta il rame?
Ho voluto dare un colore ad una sensazione di totale benessere e serenità data dalla persona che ho conosciuto dopo questo momento buio. Il rame è poi anche un metallo prezioso che dura tanto, quindi l’associazione a livello inconscio è molto molto rilevante. Non solo un colore caldo, ma anche il riferimento a un metallo durevole nel tempo, forte, che rimane a scapito delle intemperie e dei cambiamenti. Infatti è stato così perché il rapporto che ho con questa persona è durato nel tempo e tutt’ora c’è.
Ma forse sei tu “rame”…
Credo di sì, vorrei esserlo quanto meno. A volte mi risulta molto difficile, altre no, mi viene naturale, ma amo quei momenti in cui tutto è color rame, sereno. Sono alla ricerca di quei momenti. La mia indole è quella, vorrei essere “rame”, vorrei essere forte. Tutto ha dei colori, io vedo le persone a colori, la stessa musica ha dei colori. A livello energetico ognuno di noi ha una propria aurea, un livello energetico preciso e un colore preciso; io vado molto a sensazioni e a istinto, mi immagino a volte che al di là di chi è una persone, ogni cosa abbia appunto una propria tonalità. Oggi per esempio, che ci troviamo in questa meravigliosa giornata di sole in un parco, tutto è color giallo-verde. Brasile!
Quanto è difficile andare controcorrente oggi per un cantautore?
È difficile andare controcorrente se non sei te stesso. A prescindere da parole semplici o parole difficili, più un artista è centrato e ha un obiettivo preciso, più è reale e sentito. Il riscontro di “rame” c’è, dobbiamo invogliare chi ascolta a cambiare e avere una seconda possibilità, e se non lo facciamo noi artisti, chi lo fa? Ci sono davvero tanti cantautori adesso, ma è necessario essere autentici. La speranza è nata vedendo un progetto come Emma Nolde, che a 20 anni ha raggiunto una grande consapevolezza di ciò che è e quella che vuole essere. Vedere persone così giovani che credono in ciò che fanno non è altro che stimolante, perché vuol dire che c’è speranza per il cantautorato vero, che non deve essere necessariamente quello delle scuole anni 60 e 70, ma ce ne sono tantissimi altri a cui ispirarsi, Fabi, Motta, Emma Nolde appunto, La rappresentante di Lista. L’obiettivo è fare qualcosa di diverso, ma vero. Io ho cercato nel mio piccolo di trovare un compromesso, nella speranza che oltre alla trap e all’indie, ci possa essere anche molto altro.
Qual è il tuo prossimo passo?
Dopo tutto ciò che ci è successo negli ultimi due anni, non ho obiettivi a lungo termine. Entro il 2022 uscirà questo primo EP, che è soltanto l’inizio del mio nuove percorso. Il prossimo passo però è sicuramente cercare di suonare in tutta Italia e avere persone reali che mi seguano, non soltanto numeri, io ho bisogno delle persone, degli occhi, di sentire il pubblico.