– di Sara Fabrizi –
Il nostro Charlie Fuzz continua a scandagliare situazioni complesse scrivendoci pezzi su. Se Calamite, uscita la scorsa estate, rappresenta l’antefatto, Tuttuguale entra nel vivo di questi umori in bilico fra energia propositiva e consapevolezze malinconiche. Possiamo leggere i capitoli di questi racconti intimi ma al tempo stesso universali nell’alveo di un cantautorato moderno ma non asservito alle mode musicali del momento, piuttosto un cantautorato stilisticamente molto personale. Un percorso che dai primi pezzi che ci ha fatto conoscere vede una naturale evoluzione dal classicismo del guitar-based al piglio, non sempre morbido, del basso- oriented. Una scelta di maturazione che io vedo come l’approdo ad una cifra stilisticamente sempre più peculiare e interessante. Tuttuguale, scritta a quattro mani con Berry Margani e con la regia di Francesco Megha, è la storia di un incontro casuale e fulmineo fra 2 persone che si ritrovano in una sintonia perfetta e bruciante ma labile e destinata a dover terminare. E da qui una melodia, intrisa di atmosfere battistiane primi 80s, che segue pacatamente le linee del basso fino ad esplodere in un ritornello più gridato che vorrebbe, forse, fornire una soluzione ad un dilemma che soluzione non ha.