La montanara inside del Trentino ci racconta il (bel) percorso nel mondo della musica attuale, dalla televisione al suo secondo album in studio “In queste stanze piene”.
– di Blowy –
Partendo dalla piccola Val di Sole e passando per X Factor, a distanza di due anni dal suo primo omonimo album, Caterina torna con il secondo lavoro in studio, “In queste stanze piene”. Anche in questo nuovo lavoro, che Caterina sta portando live (prossima data, il 5 febbraio a Roma), gli arrangiamenti sono a cura di Clemente Ferrari.
Le ho fatto qualche domanda sul suo percorso musicale, per arrivare al nuovo progetto e le sue aspettative.
Mi piacerebbe parlare un po’ della tua esperienza nel passaggio da una piccola realtà di provincia a una grande città. È stato difficile? Lo rifaresti?
Sono nata in un paesino di montagna, stile “Heidi” per capirci. Sin da piccola pensavo che mi sarei trasferita in una grande città prima o poi, ma in realtà in mezzo alla natura ci sto bene. Per questo sono sempre rimasta in Trentino; ora vivo a Trento per motivi logistici, fortunatamente è una città immersa nel verde dove in un attimo sei in montagna o al lago. Farei molta fatica a vivere in una realtà ancora più grande di questa, sono una montanara inside.
Molti mi chiedono se questo sia un limite per me, ma se ho qualche impegno non ho nessun problema a prendere la macchina e spostarmi, per ora mi sta bene così.
Hai altre passioni oltre la musica?
La musica è sempre la mia passione principale. Quando non faccio musica mi piace molto andare in montagna o fare arrampicata, di solito in compagnia ma non ho problemi ad andarci sola se ne ho voglia. Da un po’ di tempo ho ricominciato anche ginnastica artistica, mi aiuta a distrarmi e a liberare la testa.
Hai fatto un percorso di studi diverso o ti sei sempre dedicata alla musica?
Ho studiato materie come psicologia, antropologia e sociologia in un liceo di scienze umane. Può sembrare che non c’entri molto con la musica, ma in realtà anche scrivere canzoni vuol dire rapportarsi con le persone e fare i conti con i sentimenti. Devo dire che mi è stato molto di aiuto.
Molto spesso, parlando con artisti che hanno fatto esperienze nei talent, mi ritrovo a discutere di quanto sia difficile affrontare e gestire il “dopo”, una volta usciti da lì. Tu cosa ne pensi?
Ho spesso sentito addosso questa difficoltà. Benché io abbia fatto un talent a vent’anni credo che non ci sia mai l’età giusta per sopportare una macchina enorme come quella. È vero, mi ha aperto molte porte e so di essere stata fortunata, ma lì cantavo sempre canzoni di altri e io volevo invece lasciare qualcosa di più alle persone, qualcosa di mio. Ecco perché ho scelto questo nuovo percorso.
Ho visto che sei molto attiva sui social e indubbiamente ci sai fare. Quanto pensi che questa cosa ti aiuti nel raggiungere i tuoi obiettivi ?
In realtà se non facessi questo lavoro non credo neanche che li avrei i social. Mi rendo conto che ci sono dei meccanismi un po’ malati dietro, bisogna imparare a farci i conti. Cerco di non pensarci concentrandomi sugli aspetti positivi, come interagire o crearmi una community che mi segua anche nella vita reale.
Ci sono due tipi di musicisti: i “ciabattai” che amano la calma del lavoro in studio (scrittura, registrazione ecc) e i “vagabondi” che schizzano da nord a sud per salire su un palco. Tu a quale categoria appartieni?
Diciamo che sono nel mezzo dai. Solitamente dopo i live torno a casa con la voglia di creare nuove cose in studio, quindi una cosa dipende molto dall’altra (e viceversa).
Hai mai avuto momenti in cui hai pensato di mollare e cambiare obiettivi?
Prima di X Factor no, perché ero ancora al liceo e a quell’età non ti viene da chiederti “cosa farò nella vita?”, quindi ero molto serena. Poi subito dopo la maturità mi sono ritrovata in quella realtà e da lì ho semplicemente continuato a fare quella cosa. Ci sono stati momenti di sconforto (e ci sono tuttora) ma tutto sommato molto gestibili, mi ripeto solo “questa è la cosa che vuoi fare, quindi vai avanti”.
“Duemilacredici” è sicuramente il brano che ha riscosso più successo, ti aspettavi questi numeri?
Non mi aspettavo questi risultati assolutamente. L’ho pubblicato in piena pandemia come anticipazione del mio primo disco e nonostante io l’avessi scritto parecchio tempo prima trattava tematiche che in quel periodo risultavano molto attuali, come non dare per scontate alcune cose, “il suonare al campanello” per vederti con una persona o rimandare gli impegni di vita. Questo probabilmente ha fatto molta compagnia alle persone.
Spesso si sente parlare di un mercato musicale saturo, sembra non esserci ormai molto spazio per emergere. Tu come la vivi?
Cerco di vivere un po’ nel mezzo. È vero che oggi si possono raggiungere tantissime persone in poco tempo, diventando virali e facendo qualcosa che “funziona”, ma allo stesso tempo questo ha portato le persone a non avere più pazienza. Mi è capitato di pubblicare un singolo e la settimana dopo sentirmi dire “quand’è che pubblichi nuova musica?”.
Però non bisogna farsi influenzare da questa cosa, si può invertire la rotta e fare le cose nel modo che ci piace, sperando di avere sempre qualcosa da dire e di trovare le persone che parlano il tuo stesso linguaggio.
Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo progetto? Senti di dover dimostrare qualcosa?
Devo dire che sono molto soddisfatta di questo secondo disco e spero di poterlo portare in giro il più possibile. Quello che mi interessa di più però, è fare delle cose che mi rappresentano davvero e di cui sono convinta, senza pensare troppo alla foga del mercato attuale. Solo in questo modo le cose restano nel tempo. Non a caso ci ritroviamo ad ascoltare dischi degli anni ’70 che ci sembrano più attuali che mai.
CATERINA IN CONCERTO A ROMA PER PRESENTARE “IN QUESTE STANZE PIENE”
IL NUOVO ALBUM
L’EVENTO: 05/02 – RETAPE @ AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA