– di Martina Rossato –
Camilla Santucci è cresciuta sotto al palco del locale jazz aperto dai suoi genitori a Torino. Fin da bambina, la musica è stata la sua principale compagna di giochi e anche crescendo ha deciso di non abbandonarla. Ora Camilla è diventata avvocato ed ha una sua vita lavorativa, ma non può fare a meno di continuare a condividere la sua musica. Così è nata “Storia di un Film”, una canzone che parla di un amore reale, non di quelle storie tutta apparenza. Perché, in fondo, tutte le relazioni sono fatte di alti e bassi ed è questo a renderle più emozionanti di un film.
Le ho fatto qualche domanda sul suo rapporto con la musica e il suo nuovo singolo!
Leggendo la tua biografia è subito chiaro che hai moltissime esperienze musicali. Da cosa è nata la tua voglia di fare musica?
I miei genitori hanno aperti un jazz club a Torino qualche mese prima che io nascessi. Mi ricordo che la sera, mentre loro lavoravano, mi sedevo ad un tavolino proprio sotto al palco con una anziana coppia di clienti affezionati ed ascoltavo le band esibirsi. A fine concerto, il batterista della band mi portava in braccio addormentata da papà che mi metteva a letto nella cameretta che avevano costruito appositamente per me accanto alla cucina. Credo che lo swing si sia proprio insinuato dentro il mio inconscio fin da bambina, facendomi da ninna nanna e da colonna sonora dei miei sogni. Per me cantare e far musica è stata una costante, un modo di comunicare.
Ma non ti sei dedicata solo al jazz!
Oltre al jazz, sicuramente una delle mie principali influenze è la lirica. All’età di 9 anni sono entrata a far parte del coro delle voci bianche del Teatro Regio di Torino e del Conservatorio Giuseppe Verdi fino all’età di 19 anni. Da quell’età, come tutti gli artisti, ho iniziato a cantare in gruppi che facevano qualsiasi genere! Dal punk al blues, dal coro di canti gregoriani a quello gospel! Non ho mai fai rap, ma lo ascolto quotidianamente!
Oltre al tuo progetto solista quali sono le realtà musicali che stai portando avanti in questo momento?
Fino a prima del Covid, avevo diverse formazioni jazz con cui mi esibivo nei locali piemontesi e facevo parte di un coro gospel. A seguito del Covid, per via della chiusura dei locali e per gli impegni lavorativi, mi sono dedicata esclusivamente alla mia musica, quindi al mio progetto solista.
Non sei solo una musicista, ma anche un avvocato. Come hai pensato di coniugare le due cose?
Un po’ perché non ho mai creduto abbastanza in me stessa ed un po’ perché i miei mi hanno sempre spronata a costruirmi una carriera lavorativa, dopo l’università ho iniziato il percorso per diventare avvocato. Nel frattempo, ho aperto un ufficio di assistenza fiscale e previdenziale. Quindi lavoravo, studiavo e cantavo! A ridosso nell’esame di Stato, ho dovuto mettere da parte la mia musica… è stato doloroso. Per ovviare alla mancanza, ho deciso di dedicare tutte le mie energie allo studio, esattamente come se stessi facendo musica, ed è andata bene!
C’è stato un momento in cui hai pensato di dover rinunciare a una delle due cose?
Come dicevo, durante la preparazione dell’esame, per circa un anno in tutto, ho dovuto rinunciare alla mia musica. Ma non ho mai pensato di rinunciare del tutto, infatti ad esame passato ho recuperato! Attualmente, lavoro ancora presso il mio ufficio; ho deciso di non “giurare”, pur essendo abilitata e di non iscrivermi all’albo degli avvocati. Lavoro lo stesso tantissimo e sono imprenditrice di me stessa! Questo mi dà modo di potermi dedicare, come e quando voglio ed in modo serio, alla mia musica.
A proposito della tua musica: “Storia di un film”. Come hai lavorato al singolo?
“Storia di un film” è nata sempre durante il lockdown. Macinavo una quantità indescrivibile di serie d’amore per teenagers e proprio guardando queste serie ho iniziato a pensare a come le storie d’amore in queste serie fossero sempre perfette, bellissime, emozionati. Molte coppie che conosco cercano di imitare queste storie, salvando le apparenze. Da questi mille pensieri è nata la canzone, come un inno all’amore della vita reale, che nonostante le fatiche e gli alti e bassi tipici delle relazioni, può essere più emozionante di un film.
Hai in programma qualche live?
Finalmente, dopo parecchio tempo, potrò far sentire dal vivo e mie creature! Canterò a Roma il 14 dicembre al popcorn music al Pierrot Le Fou e il 17 al that Saturday / That feeling al riverside. Non vedo l’ora!