– di Assunta Urbano.
ph Alessio Mose.
Molte attività sono ricominciate dopo il lockdown, ma per il mondo della musica ci sono ancora svariate restrizioni. Ci chiediamo quando – e se – sarà di nuovo tutto come prima e il desiderio che questo si concretizzi una volta per tutte cresce a dismisura.
Di questo tema, che oggi appare quasi come un sogno, mentre prima non era che normalità ed abitudine, parla Ridicolo. La canzone è stata pubblicata da Caleido il 10 settembre scorso, con video annesso, per Pulp Music. Ma prima di parlarne con il diretto interessato, facciamo un passo indietro: chi è Caleido?
Cristiano Sbolci è un cantautore livornese, avvicinatosi alla musica fin dalla tenera età. Il pubblico lo ricorda per essere stato uno dei componenti dei Siberia e aver lavorato con il gruppo ai due album Si vuole scappare (2018) e Tutti amiamo senza fine (2019). Il percorso della band si è concluso il 24 giugno scorso, ma nel frattempo Cristiano Sbolci ha dato il via ad un nuovo viaggio.
Nella primavera 2019, con il nome d’arte Caleido, il musicista pubblica dieci brani, racchiusi nel disco intitolato E poi ci rido su. Parte in tour, porta le sue canzoni in giro per i palchi italiani e suona in apertura ad artisti come Mox, Riccardo Senigallia, Franco 126 e Clavdio. Tutte queste significative esperienze, portano ad un enorme traguardo: l’accordo discografico ed editoriale con l’etichetta indipendente Pulp Music, che gli permette di lavorare accanto a Federico Nardelli e Giordano Colombo. Proprio sotto la loro supervisione esce, per l’appunto, Ridicolo.
Caleido vuole tornare alla normalità, a vivere la musica come ai vecchi tempi. E neppure noi siamo da meno, anche se ci sembra un ricordo lontanissimo. Speriamo che quel ricordo smetta di sbiadirsi e sia di nuovo ai nostri occhi più nitido che mai.
Parallelamente alla tua esperienza da bassista nei Siberia, con cui hai registrato due album, ha preso vita anche il progetto che porta il nome Caleido. Raccontaci della sua nascita e della scelta del nome.
Caleido è nato durante il tour del secondo disco dei Siberia (nel 2019, ndr.), sentivo il bisogno di cantare le mie canzoni, avevo una grande voglia di fare pop e di raccontare la mia vita. Il nome lo devo tutto al mio periodo adolescenziale, ma oltre a questo adoro la rotondità, il suono che ha e la facilità nel ricordarlo.
Questo 2020 ha portato tanti cambiamenti nella nostra vita ed ha portato a tanti stop al panorama musicale, soprattutto per quanto riguarda le esibizioni dal vivo. Gli ultimi mesi, inoltre, hanno visto anche la fine dei Siberia. Ci parleresti di cosa ha significato per te questo periodo?
Questo periodo è stato complicato per tutti, la prigionia non è mai facile da accettare.
Quei tre mesi surreali hanno portato nella mia vita un sacco di stravolgimenti, ma mi hanno anche permesso di inquadrare al meglio le nuove canzoni e poter chiudere il disco. Diciamo che è stato un momento storico complicato da vivere, ma il pianoforte e le parole sono stati un’ottima compagnia.
Prima di chiederti di Caleido, mi piacerebbe dare attenzione a Cristiano Sbolci nella figura di autore. Hai collaborato con nuovi protagonisti del mondo pop odierno, come Michele Merlo e Comete (Eugenio Campagna, che abbiamo visto nella scorsa edizione di X Factor). Come hai vissuto questo tipo di esperienza? Con chi ti piacerebbe scrivere a quattro mani nei prossimi lavori?
Scrivere canzoni per altri è molto bello, puoi esplorare mondi diversi dai tuoi, ti confronti con altre penne ed è un vero e proprio lavoro di gruppo, un po’ come scrivere con una band. In futuro non saprei, spero però di poter scrivere sempre con artisti intenti a fare delle belle canzoni, questo sì.
Proseguendo sullo stesso tema della scrittura, ma addentrandoci nel mondo di Caleido, lo scorso anno hai pubblicato il disco E poi ci rido su, in cui sono contenuti dieci brani inediti. Il tuo modo di esprimerti è stato accostato a Cesare Cremonini e si percepisce un’ispirazione a Francesco Bianconi. Senti tuoi questi riferimenti? Oppure ci sono altri artisti a cui sei più legato?
Cesare Cremonini è senza dubbio il mio artista preferito insieme a Lucio Dalla e Luca Carboni (diciamo che sono un grande fan del pop emiliano). Francesco Bianconi lo stimo da sempre, la sua scrittura intelligente e poetica mi affascina moltissimo, quindi direi di sì, i riferimenti sono giusti.
Il 10 settembre scorso, invece, è uscito il nuovo brano Ridicolo, che a differenza delle canzoni dello scorso anno, che guardavano più alla contemporaneità, ha un respiro più vicino agli anni Ottanta, ad un filone più nostalgico. Perché questa scelta?
La veste anni ‘80 è merito dei miei produttori Federico Nardelli e Giordano Colombo. Sono loro che fin da subito hanno portato il pezzo su quelle sonorità cercando di valorizzare al meglio l’armonia e le parole.
La protagonista di Ridicolo è Martina, una ragazza simbolo di questi tempi, della voglia di ripartire e di riprendere la routine quotidiana. Non è il primo nome citato tra le tue canzoni, anzi. In E poi ci rido su avevamo trovato Giulia e Chiara. Prima di tutto ti chiedo di descriverci Martina e poi, di ciò che rappresentano questi personaggi femminili per te.
Martina sono io, siamo tutti noi, è il simbolo di tornare alla normalità, ad una libertà che ci è mancata tanto e che adesso ci sembra così normale. I nomi sono utili per le canzoni ma non per forza hanno rappresentato qualcosa nella mia vita, diciamo che li uso come Vasco Rossi in Sally, parlo di altri per parlare di me.
Il 2019 ha visto anche l’inizio del connubio tra Caleido e la Pulp Music. Raccontaci di questa collaborazione e di quanto oggi, secondo il tuo punto di vista, sia incisiva un’etichetta discografica nel percorso di un musicista.
Sì, dal 2019 ho iniziato a lavorare con Pulp Music. La collaborazione è nata prima per il percorso da autore e successivamente per quello artistico in maniera del tutto naturale. Un’etichetta credo sia molto importante nel percorso di un musicista: ti indirizza, riesce a inquadrare il tuo percorso e riesce a gestire un sacco di cose utili per far andare avanti un progetto al meglio.
Ci salutiamo con un’ultima domanda. Che programmi hai per il futuro? E, secondo te, torneremo “a riderci su”?
I programmi sono quelli di fare uscire il disco, portare in giro le canzoni e continuare a scrivere. Se secondo me torneremo a riderci su? Beh, spero di sì!