di Simone Spitoni.
ph. Donato Colangelo
Viene dalla Basilicata (più precisamente da Francavilla in Sinni) il trio dei Bytecore, fautori di un dubstep che non concede spazio alla banalità ma che, nel loro ultimo lavoro intitolato WE AREN’T HUMANS (un EP) viene arricchito da innesti hard-rock, synth-pop, italo disco ed echi lontani italodance dei primissimi anni Duemila, creando un prodotto che, seppur di durata limitata, è estremamente variegato, a partire dalla prima traccia intitolata Mission 1, ottimo esempio di dubstep dalla tensione hardcore/metal, elemento presente anche nella terza traccia intitolata 1950 DA.
Per il resto dell’EP i Bytecore sembrano ispirarsi alla musica per videogiochi (dagli 8 ai 32 bit) e al gabber, quest’ultimo espresso tuttavia in maniera più raffinata. Tutto ciò potrebbe sembrare molto ripetitivo ai non avvezzi al genere, anche a causa della natura interamente strumentale dell’album, in compenso il gruppo ha saputo unire dubstep e hard-rock dove molti grandi gruppi (vedere i Korn in collaborazione con Skrillex nell’album THE PATH OF TOTALITY, datato 2011) hanno clamorosamente fallito.
Oltretutto appaiono molto interessanti da vedere live, grazie alle loro performances ”in maschera”, ispirati forse dal DJ e produttore venezuelano Zardonic, mascherato artefice di un’eccellente melange dubstep/metal.
Ad ogni modo, è un album che coinvolge e cattura l’ascoltatore appassionato di questo nuovo corso della musica elettronica.
BYTECORE
WE AREN’T HUMANS (EP) 2018
VOLCANO RECORDS & PROMOTIONS