di Francesco Pepe.
Bruno Belissimo è un artista che definire poliedrico è poco. Nato a Toronto, studia contrabbasso e composizione al Conservatorio, per poi gettarsi nell’elettronica, trasferendosi in Italia a 26 anni e girando l’Europa con la sua band Low Frequency Club. Nel 2015 è anche stato il bassista di Colapesce per il tour dell’album Egomostro.
E così si arriva a Ghetto Falsetto, un album sfacciatamente ispirato alla italo disco: non pensate di poter sfidare questo LP, non c’è speranza, specie amate un certo sound con radici negli ’80 e nutritosi dei primi 2000, ma con suoni e gusto modernissimi. Balleranno tutti, poco ma sicuro. Sono dieci pezzi strumentali sui quali si affacciano, con larghi intervalli l’una dall’altra, piccole frasi di vocoder e parlati, che condiscono con stile marcatamente retrò gli appuntamenti con le chitarre elettriche funky e i bassi martellanti e disgraziatamente catchy, più una canzone con la voce di Foxy Galore. Un disco testimonianza di un momento di grande ispirazione per Bruno Belissimo, che ci trasporta in atmosfere che sembrano non passare mai di moda.