Iil 2 giugno i Brujas hanno pubblicato “Con gli occhi chiusi” il singolo che inaugura una nuova stagione per il duo di producer romani di avant-pop/alternative italiano nato nel 2020. La loro musica fonde diversi stili in un mix di elettronica, musica sperimentale e cantautorato.
Il pezzo è un viaggio onirico tra veglia e sonno che esplora i sensi più profondi, superando la vista e l’udito e approfondendo le percezioni che si risvegliano quando il corpo è nel limbo del sonno. “Con gli occhi chiusi” parla, appunto, di quando si entra in contatto con l’ essenza più intima di se stessi e di quanto sia seducente fluttuare nel sogno, dove ci sentiamo completi e vivi più che da svegli.
Il 2 giugno è uscito Con gli occhi chiusi, il vostro ultimo singolo. Direi intanto di presentarcelo.
Con gli occhi chiusi è un pezzo che abbiamo tenuto nel cassetto per anni e si può dire sia cresciuto insieme a noi. E’ nato nel 2018 con un testo in inglese; quando abbiamo iniziato il nostro percorso come Brujas, abbiamo deciso di tradurlo e lavorare ad un nuovo arrangiamento. Alla fine il risultato è un brano che ha pochissimo a che vedere con la sua versione iniziale, e che finalmente può vedere la luce!
E’ una canzone molto personale che racconta un viaggio interiore notturno, in solitudine. Chi ha un po’ di esperienza con l’insonnia saprà che spesso ci si può trovare, nel pieno della notte, in stati di profonda agitazione (complici il buio e la stanchezza) che però alle volte si trasformano in nuove idee e soluzioni. Questo brano racconta alcuni dei nostri pensieri più ricorrenti, la paura di non sentirsi vivi, e la voglia di tornare in contatto con la realtà per poterne fare esperienza.
La sfida per noi era trovare il suono giusto per rappresentare il mondo onirico che avevamo in mente. Abbiamo scelto alla fine di seguire il nostro istinto riguardo la produzione, utilizzando molti campioni di suoni reali (bicchieri rotti, colpi di pistola, ambienti, monete che cadono) per dare un colore ad un arrangiamento volutamente scarno in cui ritmica e voce sono in primo piano, quasi come fosse un discorso interiore più che una canzone.
Voi siete un duo che mescola e sperimenta diversi generi, dal cantautorato avant/pop, all’elettronica, in che modo vi approcciate alla produzione e come fate confluire queste ispirazioni così diverse?
Tecnicamente lavoriamo in maniera diversa e per certi versi complementare. Francesca ha una visione più cantautoriale ed è naturalmente propensa alla ricerca melodica, mentre Francesco è sempre stato appassionato di beat e sound design. A parte questo cerchiamo di mantenere un approccio alla composizione e alla produzione molto genuino e spontaneo, fiduciosi del fatto che tutte le nostre esperienze musicali possano palesarsi in quello che facciamo oggi, assumendo forme e significati diversi.
La cosa a cui teniamo veramente è sviluppare uno stile molto personale (la tentazione di emulare tutte le cose incredibili che si possono ascoltare in giro è grande, ma ci impegnamo a rimanere sempre indipendenti su questo). E’ un percorso lungo e difficile ma l’unico per noi possibile. In produzione ci piace essere molto creativi e sperimentare, a volte improvvisando, facendo un uso non convenzionale della voce e costruendo pian piano il brano in grande libertà – concedendoci il lusso di cambiare idea totalmente anche in corsa (privilegio dei musicisti indipendenti).
Non ci poniamo davvero il problema del genere e lasciamo che semplicemente le nostre teste musicali lavorino per il risultato, godendoci il processo.
Sia separatamente che insieme avete sia alle spalle che in essere dei percorsi musicali, ecco queste esperienze così diverse in che modo poi si riflettono in BRUJAS.
Quello che ci piace di Brujas è proprio questo: abbiamo deciso di mettere tutto il nostro mondo artistico in questo progetto con l’idea di creare qualcosa di veramente personale e speriamo nuovo. Tutte le altre esperienze sono fondamentali per arricchire questa e per farci crescere, siamo completamente aperti al cambiamento ma con in testa il pensiero unico di fare musica che ci piace e che ci renda felici. Entrambi abbiamo studiato e suonato per anni jazz, e questo ci ha regalato una forte preparazione musicale e anche una certa attitudine al rischio. Dalla musica classica abbiamo imparato il senso della bellezza e l’importanza dell’interpretazione, la cura del suono e del dettaglio. Dalla musica elettronica a divertirci e a lasciarci più andare. Da ogni artista con cui lavoriamo figuriamoci, c’è da imparare per anni ogni volta lezioni di ogni tipo (musicali e di vita)!
In un momento in cui abusa tanto del termine “indiependente”, anche per progetti che di fatto non lo sono, voi avete scelto di uscire in totale autonomia, senza neanche un distributore, durante uno dei periodi con il maggior sovraffollamento nella discografia italiana? Questo che rischi comporta e soprattutto significa che non vivete la famosa ansia da playlist?
Partiamo dalla fine: decisamente no. Scriviamo musica per condividerla ed è sempre un’emozione indescrivibile quando esce un pezzo nuovo, ma in questo ci sentiamo molto sereni nella scelta di non dover seguire alcuna regola di mercato (ben consci dei rischi che ne derivano). Abbiamo provato a seguire i ritmi consigliati per le uscite, a fare un percorso un po’ più convenzionale (ad esempio XFactor13 nel 2019) ma ci siamo resi conto che non esiste una regola per avere successo, e che a questo punto preferiamo portare al pubblico quello che abbiamo creato quando ci sentiamo di farlo. Per ora è così, se in futuro si dovesse presentare l’occasione di lavorare con un’etichetta, la prenderemo certamente in considerazione, a patto però che ci si conosca e capisca bene a vicenda; abbiamo bisogno di circondarci di persone che abbiano una certa sensibilità musicale e anche un po’ “visione”, se così si può dire.
La musica è una cosa importante e non bisogna farle mai del male. Cose che fanno male alla musica? Cercare di farla assomigliare ad un altra musica; forzarla in territori che non sono i suoi; trattarla come un qualsiasi prodotto del mercato.
Progetti futuri a breve/lungo termine?
Come sempre, stiamo scrivendo moltissimo e abbiamo tanti pezzi in cantiere. Ora stiamo lavorando al nostro primo disco (non vi diciamo ancora quando uscirà) con tutte le nostre energie! Vogliamo portare questa musica dal vivo prossimamente, non in duo ma con una formazione più estesa.
Il progetto del disco sarà un lavoro molto specifico e vogliamo racchiudere in esso il nostro mondo, per farci capire dal pubblico ed entrarci in contatto più in profondità. Per ora stiamo quindi lavorando a chiudere i pezzi, insomma ci concentriamo sulla musica.