“Hedgehogs”- 00:30. È incredibile quante idee e soluzioni i Boxerin Club abbiano già proposto nel mezzo minuto trascorso e con quanta convinzione presentino la propria identità e la rotta del proprio percorso.
Tick Tock (Here It Comes) è un lavoro che in appena venti minuti di durata complessiva racconta un’accattivante evoluzione artistica: spaccato d’esordio di quattro musicisti nati culturalmente nei ’00, figli dell’indie e delle chitarre nervose dei The Strokes. Si divertono (e fanno divertire) nei palchi più importanti di Roma, tra una prestigiosa selezione per NME ed una per Rolling Stones. Poi il cambio di rotta: partendo dalle proprie radici artistiche, con Tick Tock i Boxerin virano verso mari più profondi che vedono la loro personalità artistica maturare e procedere verso una maggiore sensibilità creativa. Ne deriva un EP eterogeneo al suo interno, ricco d’idee e contaminazioni musicali che si orientano identificando nel Paul Simon di Graceland la stella polare della propria esplorazione compositiva.
Si è al cospetto di un EP compatto, fluido nel suo incedere che coglie gli elementi di transizione artistica e li rende punti di forza.
I cardini della scrittura dei Boxerin sono facilmente identificabili già in “Hedgehogs”: fiati, chitarre alla Wild Nothing, voce, cori si affidano ad un’elegante quanto irresistibile sessione ritmica mentre si rincorrono e incalzano su un riff melodico che si imprime nella memoria per ore. La fluidità della composizione è notevole, il brano sortisce effetti sorprendenti e contiene uno spiccato potenziale radiofonico.
“September thoughts” e “It takes two to tango” procedono su sonorità più acustiche sacrificando un poco della fluidità iniziale per allargare le maglie della composizione e lasciar spazio a caleidoscopi strumentali, mentre “Golden nose” riprende l’incedere di “Hedgehogs” e riassume il meglio dell’indie alla Vampire Weekend.
Si giunge rapidamente alla fine dell’EP ed è inevitabile chiedersi: “è già finito?”
MENZIONE D’ONORE: “Hedgehogs”, t’entra in testa e non esce.
Andrea De Toma
ExitWell Magazine n° 1 (marzo/aprile 2013)