– di Lucia Tamburello –
Bobby Joe Long’s Friendship Party è il nome di un progetto artistico unico nel suo genere, nato nel 2015 e autodefinitosi “una band dramasynthcoattowave di Roma Est”; noto tra i fan anche come l’Oscura Combo Romana, il gruppo di Henry Bowers è un piccolo culto nella scena della Capitale, capace di mescolare sapientemente darkwave e sonorità anni Ottanta con cinema e letteratura d’altri tempi. Il loro ultimo singolo, Giovan Maria Catalan Belmonte (nome del personaggio interpretato da Alberto Sordi nel film del 1977 I nuovi mostri), brano uscito per la loro label Abacab Carcosa Records, è il singolo di lancio del loro nuovo tour, chiamato Solo gricie ad Agarthi, che li ha visti impegnati durante il mese di aprile in tre live speciali a Milano, Torino e Firenze, e che vedrà la sua conclusione con altre due date: una stasera, venerdì 19 aprile, al Covo Club di Bologna, un’altra sabato 27 aprile al Largo Venue di Roma (trovate i biglietti in prevendita su Dice). Abbiamo fatto qualche domanda a Henry Bowers: ecco che cosa ci ha raccontato.
Il nuovo singolo prende il titolo dal nome del protagonista de I nuovi mostri per «porre il punto esclamativo sul desiderio di valorizzare e riscoprire quel tipo di cinema identitario» [dal comunicato stampa, ndr]. Cos’è, per voi, il cinema identitario?
Un cinema fatto da italiani, che non deve per forza parlare dell’Italia, ma che deve avere i contenuti propri e il nostro modo specifico di intendere le cose, e quando lo facevamo bene eravamo internazionali… Praticamente quasi tutto il cinema che ha tirato fuori Cinecittà dalla notte dei tempi ai primi novanta io lo definisco identitario. Poi il sabotaggio dell’industria italiana del cinema, combinato alla globalizzazione, ha portato ad un cinema piatto via via sempre più sciatto. Certo, bravi sceneggiatori e grandi registi ancora li abbiamo, il talento non si discute, penso su tutti Sorrentino e Garrone, che tra l’altro ho avuto il piacere e l’onore di trovare ad un mio concerto e per me, che amo il cinema e i suoi film, significa tanto, soprattutto sapere che ci sono ancora artisti oggi a certi livelli che danno importanza all’underground e non si fanno scrupolo di mischiarsi tra una folla di trecento persone e andare in un club a vedere qualcosa di sconosciuto ai più, come faceva Bowie per esempio…
Il discorso del cinema riguarda proprio la società e la politica, come la musica e tutta l’arte è diventata sempre meno libero di esprimersi. E a me piace attingere e mettere davanti cose nei testi e nell’immaginario che reputo importante tramandare.
Avete riproposto questa tipologia di cinema nell’immaginario comune attuale attraverso alcuni antieroi; come e perché sono stati scelti questi personaggi?
Non solo perché mi piacciono ma perché quei personaggi – penso a Remo Remotti/Sigmund Freud e Alberto Sordi/Giovan Maria Catalan Belmonte – rappresentano appieno tutto il discorso sopra, cioè sono di rottura, costruiti con maestria e rappresentano la mancanza di paura nel proporre la genialità, ma anche – per esempio nel caso del personaggio di Sordi – la rappresentazione di un luogo e di un tempo. Una volta potevi proporre determinate cose, non solo al cinema. Facciamocele due domande…
Cos’è quel “marasma” a cui fate riferimento nel testo?
Tutto. La possessione messianica e l’oppressione scientifica che questa società esercita su ogni individuo. Perciò tu quando vai in giro trovi il marasma, inteso non come caciara o cagnara, ma proprio il fatto che viviamo in un mondo materialista e oscuro alle persone, che c’hanno mille stress del cazzo, e quando stai in giro la notte, soprattutto in città grandi come Roma, c’è il marasma, quindi se c’hai fica e compagnia te ne stai a casa.
Vista la grande quantità di citazioni presenti nei vostri lavori, la vostra discografia ha un intento didascalico?
No. Io metto in un testo quello che reputo opportuno: oggi te lo puoi permettere perché il pischello se gli piace il pezzo mette Google e se cerca i nomi dei tizi che non conosceva, così scopre che Giovan Maria Catalan Belmonte non era un trapper che intrapperava la situazione ma un aristocratico della cosiddetta aristocrazia nera.
Per definirvi avete utilizzato il termine “coattowave”. Sono passati nove anni dal vostro esordio; è cambiato l’impatto del vostro linguaggio sul pubblico nel tempo?
Più ci scoprono e più ci reputano di rottura e anti-mainstream, dunque penso di no.
Giovan Maria Catalan Belmonte dà il via al tour Solo gricie ad Agarthi; come mai avete deciso di dargli questo nome?
Perché ad Agarthi si mangiano solo gricie ed è una cosa che gli esoterici sanno benissimo… Come per esempio il mitico René. René Guénon [intellettuale ed esoterista francese attivo nella prima metà del Novecento, ndr], no l’amico de Chilone, che è quello che attende Giovan Maria Catalan Belmonte al Jackie… [Si tratta di una citazione da I nuovi mostri, ndr]
Ci saranno delle novità sul palco durante queste date?
Ci dicono fonti autorevoli che l’ectoplasma di Sid Vicious potrebbe manifestarsi e farsi le canne co’ le birre assieme a Ted Exploi [bassista dei Bobby Joe Long’s Friendship Party, ndr]. Ripeto, fonti autorevoli.