_di Angelo Mattina.
L’equilibrio tra tradizione ed innovazione è tra le ambizioni più ardite che un artista possa prefissarsi. Riescono nell’impresa i Blùmia – al secolo Azzurra Buccoliero e Cristiano Meleleo – con il loro primo album Wilde Type. Dieci tracce di condensato electrosoul in cui il duo pugliese si avventura in un funambolismo in equilibrio tra scenari fatti di filtri vocali, synth e drum machine; ma anche di sax minimal, chitarre funky e tornite estensioni vocali.
Leitmotiv dell’intero lavoro, l’immaginario delle fiabe di Hans Christian Andersen, che funge da lente di ingrandimento sui tratti multiformi della personalità umana: dalle idiosincrasie, alle dipendenze; dalle consapevolezze, alle introspezioni; dalle paure, all’amor proprio. Il tutto si modella, si contamina, trova un’armoniosa coesistenza con una musica che non ingombra mai la narrazione della band.
I Blùmia conoscono loro stessi e ci tengono a farlo sapere con questa carta di identità discografica. Convincono e persuadono. Più in italiano che in inglese.