Primo disco per i Blu 21, disco che si presenta con una grafica di copertina che poco ha da suggerirci in merito a quel che troveremo dentro. Di sicuro tutto potremmo pensare ma non ad un suono pop digitale figlio della techno anni 2000. Sono 8 gli inediti a firma del duo formato da Paolo Bottini e Sergio Guida, ex membri degli Underdose. E poi l’ennesimo passo indietro, dentro le pieghe del lockdown, dentro i silenzi e le restrizioni… la notte si mescolava al giorno e di seguito la creatività non aveva filtri e non aveva regole e formulari precisi. Quel che sentiamo però avremmo voluto fosse gravido di trasgressione e libertà e invece “Ricordami” è un disco che è ampiamente avvolto dai cliché e dalle regole buone per l’arte pop main stream digitale che arriva intonsa dagli inizi del millennio nuovo. La stesa di riferimenti è difficili da contenere e i nostri certamente non hanno badato a spese in tal senso, sposandoli a pieno, citandoli ma anche ripescando gli arrangiamenti di sempre, dalle soluzioni “orchestrali” ai drumming sintetici… persino i riverberi lunghi degli anni ’80 in un brano dal titolo oltremodo didascalico come “1980”. Anche la voce cerca quella dimensione, nelle chiuse delle melodie come anche dentro l’espressività delle liriche.
“Ricordami” ci parla d’amore ma ancor più delle fragilità, probabilmente perché è dalle fragilità da sconfiggere che nasce l’ispirazione e il bisogno di questo lavoro. Ed ecco il punto di forza: nonostante i cliché e i suoni confezionati secondo il manuale del pop, ben realizzato peraltro, bravi in questo, il mix totale sprigiona verità e credibilità. Un disco che emana la dimensione di essere umani dentro un tempo assurdo… dentro il bisogno di origini e di semplicità. La fragilità di queste scritture mi arriva intonso dal tempo in cui l’amore e soltanto l’amore determinava la mia felicità.