Lui è Kheyre Yusuf Aboukar Issak, lo abbiamo conosciuto anche tra le pagine di ExitWell anni fa con il progetto elettropop denominato WALAMAGHE (qui l’articolo http://www.exitwell.com/walamaghe/). E ci aveva colpito per la liquidità e la scorrevolezza del suono e del design. Diciamo che potremmo benissimo inserirlo in quella classe degli antesignani di un certo indie-pop che oggi spopola. Ed oggi torna in scena con un progetto nuovo ma soprattutto con una nuova identità: si chiama Barone Lamberto e questo primo singolo dal titolo “Giostrai” segna il nuovo cammino e la nuova maturità per un disco che attendiamo curiosi. Per ora il bel pop mantecato ad un rap di stagione e di cliché, denso di suoni convincenti ed un messaggio assolutamente intelligente e ricco di verità. Chissà quali altre metamorfosi vedremo. Per ora lo riconosciamo così.
Non possiamo accodarci a mille altri che te l’avranno chiesto. Quindi porta pazienza. Che fine ha fatto WALAMAGHE? Ti offendi se ti dico che è una totale rivoluzione?
Nessuna offesa, questa è la mia natura: rivoluzionare costantemente il mio mondo musicale. Penso che nel momento in cui non sentissi più questo impulso smetterei di scrivere. Detto questo Walamaghe era un progetto che, specialmente dal punto di vista del live, non mi dava molto e ho dovuto abbandonarlo.
Come sei passato da un mondo all’altro?
Come faccio di solito ovverosia con molta naturalezza e curiosità.
L’unico filo conduttore che mi viene alla mente è questo aspetto sociale che hai sempre curato tramite mille metafore. Dal cantiere per gli addetti ai lavori si passa ai giostrai. Hai sempre questo appeal verso una canzone sociale: che sia un ponte di congiunzione tra i personaggi artistici che stai incontrando?
Penso che l’aspetto sociale sia un filo conduttore importante nelle mie produzioni. Un altro tema ricorrente è “la storia”. Mi piace definirmi un cantastorie o pensarmi come un “raccontatore” di favole, da piccolo ne ho lette e ascoltate tantissime e quel modo di descrivere il mondo e i suoi personaggi mi si è appiccicato addosso. Ancora oggi, per me, quell’universo fiabesco rappresenta una lente attraverso cui guardare alla vita.
E nel suono? Hai cercato nel suono un ponte di congiunzione?
Devo ammettere che per quanto riguarda il suono sono uno da innamoramenti fugaci anche se ho sempre cercato di rimanere fedele ad alcuni stilemi musicali a cui mi sono affezionato negli anni.
Parliamo di suoni e di arrangiamenti. Come sta nascendo questo nuovo disco? E come sei arrivato a questa nuova scrittura?
Per lavoro mi capita di fare laboratori musicali, specialmente di musica trap, con adolescenti tra i 15 e i 20 anni. Questo tipo di musica mi ha letteralmente travolto e l’energia con cui queste nuove generazioni rivendicano la propria identità è stata di grandissima ispirazione per me. Prima di mettermi a lavorare sulle mie cose ho realizzato diverse produzioni per alcuni giovani rapper del territorio modenese. Ho studiato quegli arrangiamenti, quei suoni, quell’approccio e dopo averlo fatto mio l’ho utilizzato per ricreare uno stile personale. Per realizzare la mia visione ho quindi dovuto compiere un percorso lungo.
Oggi sei il Barone Lamberto. Una maturità assai più spiccata. Stai già pensando a chi diventare domani?
Ho intenzione di dedicarmi totalmente a questo progetto e a questo personaggio. Voglio indagarne ogni aspetto quindi anche se la musica dovesse cambiare e diventare altro oggi, domani e dopodomani sarò il Barone Lamberto.