Non so bene cosa aspettarmi, quando mi avvicino al locale di Monti, il “2 periodico caffè”. So che devo fare un backstage di un videoclip, conosco la band, i Bicchiere Mezzo Pieno, e conosco chi gira il video. A qualche passo dal locale, vedo ragazze in costume e giovanotti de ‘sta Roma bbella abbigliati da lord inglesi. Curioso. Entro. La sala delle riprese ha mobili d’epoca, quadri pop art ai muri e tavoli ricolmi di alcol fruibile per tutti. Intorno a questa suggestiva ambientazione che odora di Parigi primi ’20s e New York fine ’60s ci sono ragazzi, costumi, cappelli, coriandoli, maschere e ali (sì, ali!). Wow. L’ambientazione è quella di una festa, e l’unico modo per girare le scene di una festa è… organizzarla. Per questo i protagonisti e le comparse si aggirano sorseggiando alcol e ballando nello spazio tra gli strumenti in posa della band e i ragazzi del Polimorfo intenti con camere, luci e quant’altro a riprendere il tutto. E sono combattuto, non so se divertirmi nel caos organizzato della festa o seguire le riprese. Ma il lavoro impelle e io, già gonfio di alcol e alticcio, sono pur sempre un professionista. Partono le danze e un angelo si aggira tra la folla. Non perdetevi il videoclip, se volete capire di cosa parlo.
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Finite le riprese, tiro fuori David Colangeli, frontman e autore principale della band e gli chiedo, tra i vapori della birra e i coriandoli, di parlarmi di questo videoclip.
Come nasce la collaborazione tra i Bicchiere mezzo pieno e Il Polimorfo?
David Colangeli: nasce un po’ come nascono tutte le cose belle che si svolgono nella musica indipendente: gente in fissa che vuole fare cose che trova altra gente in fissa che gli va appresso. Il Polimorfo ha fatto i videoclip di tutti gli artisti che mostrano come dovrebbe essere la musica, capace di muoversi dal basso verso l’alto. È stata una scelta naturale, visti i video per i Cani, i Fast animals and slow kids e gli altri… Davide Caucci è il “king” dell’indie: volevo un video fatto bene e sono andato da lui. E si è dimostrato da subito disponibile per creare una situazione fuori di testa! È partita come una sfida, dopo aver fatto il “lungo” dei Piano for airports, [che abbiamo trattato già su ExitWell QUI] ma si sono fomentati da morire nel creare un video con più situazioni e location e ad organizzare il green screen, cosa che non avevano mai gestito prima. È stata una produzione esecutiva a metà, un po’ io, perché lavoro in produzione cinematografica e un po’ sua; ha contattato la bellissima Federica Sergio per essere la ragazza del video del BMP!
Chiediamo allora alla protagonista del videoclip Federica come sia arrivata a girare il video e dei suoi progetti attuali e futuri.
Federica Sergio: Progetti attuali? Laurearmi! Questa con il Polimorfo e i Bicchiere Mezzo Pieno è stata una bellissima esperienza, mi sono divertita moltissimo. Mi piace la loro musica e sono ragazzi alla mano, non è stato assolutamente un problema girare questo video. In passato ho già lavorato a video musicali, come il video di Niccolò Battisti. In più mi occupo di fotografia e montaggio video. Alla fine, sono finita qua grazie ad amici di amici che contattano altri amici! L’esperienza da protagonista poi è stata simpatica, interessante – e faticosa dopo una giornata intera di lavoro – una bellissima fusione tra musica e video!
Ci raggiunge Gianmarco Lauri, braccio destro di David Colangeli nei Bicchiere Mezzo Pieno. Gli chiediamo: come nasce la musica dei Bicchiere Mezzo Pieno?
D.C.: Male! [ride]
Gianmarco Lauri: Io sono il Mezzo pieno e David è il Bicchiere! Siamo molto in sintonia, lavoriamo tantissimo insieme, quasi in comunione. È fondamentale farlo per la nostra idea di gruppo, se non fai così si perde il punto di vista del gruppo e il BMP è un gran bel punto di vista!
Ci sono dei ruoli all’interno della band? E se sì, quali?
G.L.: Sicuramente David è al primo posto perché è quello che ci porta il pane, poi tutti banchettiamo assieme. Nessuno è più o meno importante a livello di ruolo ma il leader è lui. Ognuno fa qualcosa. La musica è una creazione collettiva e comune: troviamo un accordo su cosa fare e come farlo, diamo un vestito a un significato e il significato viene da David.
Quando nasce il progetto e come si è arrivati a “Il contrario di LOL”? Quanto lavoro c’è dietro?
D.C.: Ce n’è stato parecchio, eravamo dei ragazzini praticamente… il BMP è sempre esistito, abbiamo iniziato io e il mio migliore amico del liceo, inventando canzoni e stornelli. Dopo qualche tempo abbiamo deciso di fare musica sul serio. Lui ha poi abbandonato e io ho cercato nuovi membri tra le mie amicizie. Infatti il BMP non si basa solo su musicisti capaci, ma punta a quello che gira intorno la nostra musica: il divertimento, le scenette… C’è un sacco di lavoro su questo disco: è il nostro primo Ep che segue un demo molto più approssimativo; per questo abbiamo scelto un’altra delle figure di riferimento della scena romana, Roberto Cola, direttore artistico che ci ha guidato alla realizzazione materiale dei nostri deliri! Il disco non un è concept album, però ruota su una idea: raccontare storie tristi con una musica allegra, con una sottile ironia di fondo. Letto al contrario “lol” rimane “lol”; in inglese vuol dire “laughing out loud”, ridere tantissimo, e un suo contrario potrebbe voler dire “piangere a dirotto”. Per le canzoni in genere propongo un testo e una linea d’accordi, dandola poi in pasto al gruppo che la arrangia. Sarebbe bello ridare alla musica italiana quello che ha dato a noi,qui abbiamo grandissimi esempi di autoproduzione e d’indipendenza, soprattutto mentale! Dal cantautorato, il punkpop di Chiazzetta, i Tre allegri ragazzi morti, fino ai Fast animals and slow kids, agli Eva mon amour e i gruppi di oggi. Siamo citazionisti, citiamo tutto e tutti…
Una rilettura anche degli stilemi e delle tradizioni musicali. La band si rifà comunque a qualche nome specifico e a un background o soltanto a questa idea di musica?
D.C.: Né l’una né l’altra. Diceva Albert Einstein che “il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti” [da dietro arriva una voce: “David la smetti di fare il protagonista e vieni a pulire?”]. In realtà io ho dei miei punti di riferimento, e così Gianmarco e gli altri. Oltretutto abbiamo cambiato formazione in corso d’opera e il disco è stato registrato da valentissimi musicisti che, donataci la loro collaborazione, hanno poi scelto di non continuare. Tutte queste influenze più disparate le abbiamo messe assieme dietro l’unica idea, quella dell’orecchiabilità, la possibilità di poter canticchiare i nostri brani. Ma non in maniera “facilona”!
Non c’è quindi un rifiuto della natura più “pop” della musica!
D.C.: Esatto! La cosa bella del pop è che deriva da “popolare”. Se voglio parlare a tanta gente di una cosa che interessa a poca gente, ho bisogno di esser il più chiaro possibile, anche nella scrittura.
[ci raggiunge anche Davide Caucci de “Il polimorfo”, regista e produttore del video]
Davide, come nasce il soggetto e la sceneggiatura del video?
Davide Caucci: La sceneggiatura l’ha scritta David. Il video rispetto al brano si presenta in maniera molto didascalica, ripercorriamo cioè quello che succede nella canzone. Scrivendo la canzone David aveva già in mente delle immagini chiare; mai come in questo video il soggetto doveva seguire per quanto possibile il testo stesso. David poi lavora anche lui in produzione, l’ 80% delle cose le ha fatte lui, in fatto d’organizzazione. Ci siamo visti un paio di mesi fa e siamo arrivati a girare cercando di organizzare le varie forze. Ma se non ci fossero stati loro a sobbarcarsi il gran peso dell’organizzazione non l’avremmo mai girato il video! (ride)
D. Colangeli: Un grazie sentito va a Nicola Neri, video-editor e composer esordiente, oltre che un amico, che ha collaborato con noi dandoci una grande mano. E ovviamente un sentito inchino alla disponibilità e la presenza di Petra Giuliani, costumista motivatrice e quasi zia di tutti noi. Senza contare i nostri amici, le famose 40 comparse, che si sono prestate a questo delirio. Poi, la cosa bella di Polimorfo e BMP è che “comunque vada sarà un successo”. All’inizio avevamo scelto un’altra protagonista, l’idea era di citare una serie di video di Polimorfo, organizzando delle scenette che ricordassero altri video loro (anzi sfido i lettori di ExitWell a trovarle tutte!).
Polimorfo s’è imposta quindi come “un’azienda leader del settore”! (risate) Che progetti futuri ci sono per “Il Polimorfo”?
D. Caucci: Adesso abbiamo in programma i video dei Sadside Project e dei Boxerin Club, tutte band di amici!
Salutiamo Davide Caucci e accogliamo Pierluigi Paturzo del “2 periodico café”. Quanto coraggio c’è nel mettere a disposizione il locale per una band che ha devastato tutto?
Pierluigi Paturzo: Il locale è nato con questo spirito: aperti a tutti e a chiunque. Abbiamo già fatto altri video (che ci hanno ridotto il locale anche peggio!). Loro sono stati abbastanza clementi. Per me il locale è questo: dare spazio a chiunque voglia venire ad appenderci una lampada, a fare musica, a fare arte. Siamo qui dal settembre dello scorso anno, dalla collaborazione con due ragazzi che hanno un laboratorio, appunto il “2 periodico”, in cui producono parte delle cose che vedi qua!Ma non l’abbiamo fatto noi, il locale, l’ha fatto chiunque entra! Certo, prima se ne parla e capiamo cosa c’è dietro, se ne vale o no la pena, ma siamo assolutamente disponibili a dare spazio ad artisti di qualunque tipo di genere, ci occupiamo anche di lecturing e altre forme artistiche…
D. Colangeli: Voi lettori non potete vedere, ma siamo circondati da coriandoli e birre rovesciate. Ma puliremo tutto! Cercavo proprio un posto così, che fosse una commistione di tanti elementi per rendere una dimensione onirica, come quei locali nati nei sottoscala dei palazzi di Berlino! Questo posto è perfetto: sembra di stare in una casa, in un locale e allo stesso tempo in una sala da concerto!
Arrivati al momento dei saluti, ringraziamo David e gli altri ragazzi del Bicchiere Mezzo Pieno, Davide Caucci e i ragazzi del Polimorfo e Pierluigi Paturzo del “2 periodico café” per la disponibilità concessaci e la simpatia. Qui, mentre tutti puliscono, si respira ancora un’aria di festa. Sarà forse le numerose bottiglie d’alcol aperte, ma tutti sembrano felici, sorridenti, soddisfatti. E, guarda un po’, mi sento anche io parte della festa. Quando si dice, veramente, una presa a bene.
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Riccardo De Stefano