“Palazzo del lavoro” è il singolo di debutto di BAAB, uscito il 30 giugno per Stellare.
Un progetto, quello del nuovo duo torinese, che si svela con un brano-manifesto capace di richiamare a sé prospettive interdisciplinari, che avvicinano la produzione musicale all’architettura, la ricerca sonora al design, alla danza contemporanea e alla fotografia. Il singolo anticipa l’album in uscita in autunno.
BAAB è un duo collaborativo nato nel 2020 dall’incontro tra Filippo Cornaglia, batterista, percussionista e compositore e autore di musica per immagini, stabilmente in studio e dal vivo con Niccolò Fabi, Andrea Laszlo De Simone e Bianco, e Andrea De Carlo, produttore, musicista e sound artist, fondatore di Lab10, studio di registrazione e laboratorio creativo con sede a Torino. La loro ricerca è caratterizzata da un approccio interdisciplinare e da un interesse verso il suono inteso non solo come fenomeno fisico ma anche come contenitore di significato. Dopo alcune collaborazioni (Innesto Lab, DAS Bologna, Paola Zorzi), attualmente BAAB è al lavoro con la compagnia di danza contemporanea BTT (Balletto teatro di Torino) per la realizzazione di uno spettacolo che debutterà nella primavera del 2024.
Il loro disco di debutto uscirà in autunno, ma noi volevamo già farci raccontare qualcosa a riguardo.
Come raccontereste la realtà di Stellare? E come vi siete ritrovati qui?
Io (Filippo) e Andrea conosciamo da moltissimi anni Ale Bavo, addirittura dai tempi del liceo. Il rapporto è continuato negli anni e abbiamo seguito con molta curiosità la nascita del collettivo Stellare. Per vie traverse conoscevamo già anche Raffaele Rebaudengo e Filo Q per cui l’incontro è stato molto naturale, come spesso accade a tarda notte con l’ultima birra in mano dopo un concerto. Credo sia la realtà giusta per BAAB condividiamo l’interesse per la sperimentazione, la multidisciplinarietà e la musica strumentale.
Esiste una scena torinese underground? Ne fate parte? Quali luoghi possono essere rappresentativi di questa scena?
Torino è underground per sua natura. La ricerca dell’unicità, mischiata alla riservatezza rendono la scena torinese popolata da artisti sempre molto diversi tra loro e per questo motivo divisi in microcosmi. Ma ci sono realtà molto interessanti come Stasis o Pietra Tonale che stanno aggregando una generazione di nuovi musicisti e non solo. Stasis per esempio è un hub culturale che si concentra su elettronica e visual art. Parallelamente resistono realtà per la musica live come Spazio 211 e Magazzino sul Po ai murazzi.
In che modo musica e architettura possono andare d’accordo?
La musica ha il potere di creare un ambiente emotivo. Lo stesso luogo assume un significato diverso se accompagnato da suoni diversi. Basta pensare alle grandi metropoli immortalate durante il lockdown, il silenzio di quelle strade ha trasformato il luogo stesso. Così abbiamo indagato su quale rapporto potesse esserci tra la nostra ricerca musicale e l’architettura. Insieme allo studio di architettura Innesto e alla fotografa Ivana Noto abbiamo lavorato ad un contenuto editoriale per esplicitare questo rapporto. Il progetto ha come oggetto l’architettura torinese degli anni Sessanta e Settanta.
Il progetto BAAB nasce nel 2020, ma esordite solo oggi. Come riassumereste questi tre anni che vi hanno portato fino a qui?
Per noi BAAB è la possibilità di essere liberi, di sperimentare, di provare. Essendo entrambi produttori e musicisti, ci capita spessissimo di lavorare sulla musica di altri, con le regole degli altri.
In questo caso no. Non eravamo nemmeno sicuri di voler pubblicare musica quando abbiamo scritto questi brani. Sappiamo che è in totale controtendenza con il mercato musicale e il mondo di oggi, ma per noi era importante sviluppare il progetto esattamente come ce l’avevamo in testa e per farlo ci vuole tempo. In questi anni abbiamo fatto sonorizzazioni, performance A/V, concerti, abbiamo lavorato con questi brani per la realizzazione di uno spettacolo di Teatro Danza e abbiamo realizzato un contenuto editoriale che unisce musica, architettura e fotografia. Ora ci sentiamo pronti.
Il Covid ha influito sul vostro percorso? Come?
Il Covid è stata un’occasione! Stavamo facendo le prove per il tour di Buzzy Lao (cantautore) quando è arrivato il lockdown. Per un musicista come noi avere mesi di tempo senza lavori da fare per altri è un tempo d’oro. In quei mesi ci siamo chiusi in studio e registrato tantissima musica, dalle ultime session è nato BAAB.
L’onda lunga del Covid per contro non ci ha aiutati. Da un lato siamo stati di nuovo impegnati a pieno ritmo con gli artisti con cui collaboriamo, dall’altro ci sono state meno occasioni per un progetto nuovo per uscire. Per questo motivo credo che questo sia il momento giusto per presentare nuova musica.
Che programmi avete per il resto dell’anno?
Ad ottobre uscirà il nostro primo disco e saremo impegnati a presentarlo dal vivo. Parallelamente presenteremo anche il contenuto editoriale sull’architettura e debutteremo con lo spettacolo Nuclei armonici con il Balletto Teatro Torino. Sarà un anno pieno di impegni.