– di Naomi Roccamo –
Chissà quante cose ci sono nel cuore di chi molla tutto per iniziare tutto daccapo. Quante speranze, quante aspettative in chi è costretto a farlo perchè “la legge del crescere” vuole così. E chissà cosa si aspettava Giuse The Lizia, nome d’arte di Giuseppe Puleo, diciannove anni, siciliano, bagherese per l’esattezza, bolognese per scelta, dopo il suo arrivo nella città più underground d’Italia, motivato dagli studi.
Ha alle spalle una partecipazione al Giffoni Film Festival e al MI AMI, storico festival milanese, ma il suo nome è strettamente legato a quello di Maciste Dischi, infatti è con l’etichetta milanese che l’artista pubblica i primi singoli, “Vietnam” (aprile 2021), prodotta da Mr. Monkey (si sentono tantissimo qui gli echi del collega Vipra, già fedelissimo alle basi dell’hitmaker di Bologna) così come “Serate Toste”, romantico manifesto generazionale, “Post Alluvione” (settembre 2021) con l’artista Bais e “Magari Poi Ti Passa” (ottobre 2021).
Ci guardavano dentro come fossimo psicologi
Ma siamo i soliti
In sospeso tra i film d’amore ed i film erotici
Facciamo sesso quando nessuno guarda
Ribalta la scelta se non ti garba
La sceneggiatura fuori moda che compongo per te
Ma sai che un sentimento nuevo sta per nascere
E se ti guardo, so per certo che ci resto incastrato
Come pasticca nascosta dentro un bicchiere d’amaro
Le foto mosse raccontano serate toste
Chiedimi qualsiasi cosa, ho le risposte
da “Serate Toste”
Sempre grazie a Maciste che sento per la prima volta dal vivo Giuse The Lizia, la scorsa estate in apertura al concerto del “fratello maggiore” Fulminacci, nel bel mezzo dell’estate di Santa Marinella.
Ma il sound firmato Giuse The Lizia è diverso, forse coerente con la sua immagine disinteressata coronata dal basco sempre presente in testa o dal suo nome a metà strada fra un diminuitivo in dialetto siculo e un po’ di british (sappiamo infatti che la prima fase del suo universo musicale appartiene a Giusè, il suo primo nome d’arte risalente a Palermo e alla Sicilia in generale, all’hip hop e all’indie).
Vari sono i generi racchiusi in “Come Minimo”, l’EP d’esordio pubblicato a inizio novembre 2021. Si va dall’hip-hop, appunto, il synth-pop, l’indie ma anche il rap, l’influenza della vecchia scuola italiana, ma anche quella della contemporaneità internazionale, con Frank Ocean come modello a cui avvicinarsi sempre più e i Club Dogo di Mi Fist!, suo album di riferimento continuo.
“Come Minimo” è anche il titolo di uno dei feat dell’EP, quello con il produttore Machweo (lo abbiamo sentito di recente in “Colori” dei Tauro Boys, do you remember?), insieme a quello con Novelo, giovanissimo artista napoletano che lavora fianco a fianco con Drast degli Psicologi, “Tipo Fine”.
Freschezza quello che rimane alla fine di questi sei brani, un’istantanea della Generazione Z con tutti i suoi difetti ma soprattutto le sue punte di diamante, brillanti, appunto, ma taglienti.
Ci sono tanti modi per comunicare sensazioni e sentimenti, questo è sicuramente diretto, sfacciato e irresistibilmente efficace.
Come qualcuno che ci prova con te per tutta la serata e alla fine, con piacere, ti fa proprio cedere.