– di Riccardo Magni –
#Singoli
Di ACHILLE LAURO abbiamo già detto (e cliccando qui, puoi leggere la nostra intervista).
Continua a spaccare il pubblico esattamente a metà tra chi lo considera un genio e chi il male assoluto. Nessuna delle due cose chiaramente è la verità assoluta, ma sta di fatto che l’ex (al momento possiamo considerarlo così) trapper romano continua nella sua evoluzione sonora ed estetica e si impone all’attenzione, adulante o spietata che sia. Dopo l’album 1969, il suo viaggio prosegue con il singolo 1990.
Un omaggio a quel decennio, un canto malinconico in realtà, nonostante la citazione incontrovertibile di un grande tormentone dance dell’epoca come “Be My Lover” dei La Bouche.
Del resto come egli stesso spiega: “Sono nato nel ’90. Ricordo che da bambino, e poi da adolescente, la musica che ascoltavo creava emozioni talmente forti da diventare oggi un ricordo a tratti malinconico. Erano gli anni delle boy band, la musica dance anni ’90 dominava i dancefloor di tutto il mondo, con quel suo sound inconfondibile e quel suo spirito libero ed euforico, emblema di una giovinezza spensierata“.
ANDREA LASZLO DE SIMONE ha bisogno di poche presentazioni nell’ambiente “alternativo” della musica italiana. Un autore raffinato e sensibile, capace di sfornare nel 2017 un album, Uomo Donna, che ha fatto gridare al miracolo per la qualità e la ricchezza musicale oltre che per la bellezza e profondità delle parole. Anima “vintage” poco pop e molto cantautorale, ricca di suoni “suonati”, spesso molto a lungo oltre la fine dei testi (le code ragazzi, le code…).
Il suo nuovo singolo si chiama La nostra fine e arriva dopo Mistero e Conchiglie, talmente lunghe loro che difficilmente le abbiamo sentite in radio ma talmente belle che insieme a questa nuova canzone (questa di durata “normalissima”, 3’19”) gettano le basi per un nuovo bellissimo album, che si chiamerà Immensità ed è atteso per l’8 novembre prossimo.