Filippo Dr. Panico è un cantante, autore, poeta. Lucano di nascita ma residente a Roma, con sede Pigneto, ha pubblicato “So’ ragazzi” nel 2012 e l’anno scorso un nuovo disco.
Filippo è un po’ pazzo. Ma anche “Tu sei pazza”. No, non offenderti amica lettrice, è solo il titolo dell’album di Filippo, che tra circa due mesi uscirà in versione deluxe, allo scoccare del primo anno d’età di “Tu sei pazza”.
In anteprima per ExitWell c’è il remake di un brano che farà parte della versione espansa del già largo album: “Ma la sera che si fa”. Godetevi la nuova versione e la copertina alternate version deluxe!
Non potevamo non fare due chiacchiere con il Dr. Panico: su questa canzone, su “Tu sei pazza”, sugli anni che passano e le cose che cambiano. E sul cosa fare la sera, ovviamente.
- “Tu sei pazza” sta per compiere un anno. Che cosa è successo a te – e all’album – in quest’anno?
Compie un anno il 26 gennaio 2017, data di uscita di “Tu sei pazza deluxe”. Sono successe parecchie cose! L’album ha venduto quasi 500 copie in pacchetti impacchettati e spediti ad uno ad uno da me.
Nel frattempo ho girato parecchio per l’Italia e fatto il fonico tipo a 200 concerti, ho parlato con un sacco di persone belle e con un sacco di cacacazzi (ripigliatevi), ho regalato a sconosciute filtrini per fare gli spinelli con su scritto “Tu sei pazza e pure un po’ zoccola” senza mai essere menato, e ho recitato poesie ai drogati durante le serate techno, alla ricerca disperata di empatia.
Sono successe tante cose, ma comunque vada sarà un successo, non un succederà, caro Riccardo.
- Musica, poesia e ammennicoli vari. “Tu sei pazza” è più di album. Allora cos’è?
Nel pacchetto “Tu sei pazza” c’è il libricino di poesie “Una notte: poesie di femmine e bestemmie”, il disco che sembra un vinilino, il posterino, i filtrini per fare gli spinelli Tu sei pazza, l’adesivo Tu sei pazza da attaccare sul frigo della vostra ex, la mia figurina Panini col panino alla mortadella, l’adesivo con il lecca-lecca a forma di cuore “Succhiami il cuore” e il mio francobollo.
Più che un disco è un po’ una parte di me. Credo sia stata un’idea vincente e mi fa piacere che la gente mi scriva perché ci tiene ad averlo. Grazie belli.
- Tra le tracce extra in questa versione deluxe in uscita a gennaio c’è “Ma la sera che si fa”, qui in anteprima per ExitWell. Come mai hai scelto questa canzone per riproporla sulla versione Deluxe?
Per l’edizione deluxe ho scelto di pubblicare un inedito in versione intimista (“Retecapri”), un pezzo di Tu sei pazza in versione punk-hardcore (“Situazioni in alto mare”), e di ripubblicare tre pezzi del mio primissimo So’ ragazzi del 2012 (“Ma la sera che si fa”, “Io che tratto male te”, “Gelosia retroattiva”) ma suonati come se fossero delle canzoni di Tu sei pazza.
Ho scelto di ripubblicare “Ma la sera che si fa” perché volevo dire “Note che scottano” dopo il super sexy assolo di sax, suonato dal mio amico Luigi detto Pezza, con cui suono da tipo dieci anni. È un po’ il mio tributo a lui perché gli voglio bene.
- Cos’altro ci aspetta tra le sorprese che regalerai? (se le vuoi dire, eh)
Sto iniziando le preproduzioni del prossimo disco con un produttore. Penso uscirà nel 2018. Non posso dire altro per adesso, ma sarà un disco ambizioso.
- Adesso, dopo quattro anni, la sera cosa fai?
È strano perché quel pezzo lo scrissi nell’estate del 2011, mentre “Tu sei pazza” lo scrissi nel 2013/14. La mia vita era completamente diversa.
Ora da un paio d’anni lavoro tutte le sere come fonico a ‘Na Cosetta e spesso nei weekend vado a suonare in giro per L’italia, quindi difficilmente mi chiedo cosa fare la sera, ecco.
Però mi sento molto ricco, al di là dei soldi. Mi sono sia speso molto, sia arricchito, proprio come essere umano, grazie agli amici, ai colleghi, alle ragazze e al mio cane. Di questo parlerà il mio prossimo album.
Riccardo De Stefano