Non basta dire che suona pop questo nuovo disco di Angelo Iannelli, bisogna andare oltre. Perché l’apertura affidata a “Elettronica” sembra un mescolarsi di marranzano siciliano (sospensioni di polvere e aria calda) a indie pop alla The Giornalisti. E devo dire che il marchio resta ovunque, quel certo modo di fare che ha omologato un po’ tutti i progetti, da Paradiso a Calcutta passando per la qualunque dove le liriche sono quotidiane per non dire (in certi casi più famosi) addirittura scontate in modo scolastico e le voci cantilenanti che si lamentano più che intonarsi. Ma queste esagerazioni non appartengono a Iannelli che invece a questi “margini” si avvicina ma ne resta solidamente distante. Eppure la vita è continuamente fatta di prossimità…
“Vicini Margini” parla proprio di questo in tantissime salse diverse… e tutto questo “indie-pop” di cui sopra si manifesta in pompa magna dentro “DAG” di cui la rete ci regala anche un video, rigorosamente lo-fi, rigorosamente “amatoriale”… e mi accodo a quella critica che ci vede anche Venditti e quindi un certo calore estivo di rioni romani quando la voce si avventura in dinamiche alte come in “Chissà”. Cercatelo questo disco che sfoggia anche (e soprattutto) un bel suono anno ’90 di riverberi lunghi e batterie patinate… che sfoggia chitarre elettriche che soprattutto nella title track mi fanno ripensare a quella “The Girl from Yesterday” (con tutte le virgolette del caso). È un disco semplice, un disco sentito, pesato sulla propria pelle… Angelo Iannelli non dichiara innovazione, piuttosto si lega ad un recente passato e non fa alcun ricorso a nuove tecnologie del futuro. Chissà che uso ha avuto per lui quel mitico mondo che avevamo in Italia negli anni ’90…