Di base la canzone d’autore, canonica in senso ampio del termine, sembra aver perduto fascino e mordente. Sembra abbia smesso di saper parlare alle masse, ormai omologate dentro i cliché del digitale facile. Esistono però elementi di fascino che arrivano sempre e sono piccoli dettagli da cui non posso prescindere. Su tutti, in questo nuovo disco che ascolto dal titolo “Ergonomia domestica”, c’è quella pulizia vocale, sicura nelle intonazioni e appena incerta nei confini tanto da rendere la bellezza un affare umano e non meccanico. La voce di ANCE in questo disco è decisamente matura tanto che troppo spesso, le chiuse delle lettere e delle strofe, sembrano ricamare i grandi dischi della tradizione, le ombre di De Gregori sovrastano tanto ogni cosa, anche quando si affida a giri blues di grande scuola. “Ergonomia domestica” è il suo nuovo disco uscito per la RadiciMusic Records di Firenze che torna a sfoggiare la produzione artistica di Gianfilippo Boni e questo significa anche una pulizia del suono che non si priva del lusso di essere “roots” e istintiva quando serve. Canzoni pre-pandemia (quasi tutte almeno), eppure canzoni attualissime che sembrano provenire dai tempi assurdi di oggi. Come quando ragiona sull’intelligenza dell’uomo in “L’uomo non è sapiens” lo sentiamo fare critica (giusta e drammaticamente vera) di come sia stupido l’individuo quando condanna se stesso alla guerra.
“Ergonomia domestica” si vieta di salire sui palco digitale di Spotify, dunque non accalcatevi a cercarlo perché non c’è… c’è invece su Bandcamp e questo significa che ANCE (al secolo Andrea Lovito) fa parte di quella schiera di persone che dice no alla musica liquida e gratuita. Dunque compratelo… assurdo vero? Eh amici… e qui regna sovrana “Niente cambia invano”, canzone di resa e di potenziale sconfitta, canzone di una dolcezza poetica molto interessante che proprio parla di come il nostro gioco, il “to play” che usiamo anche per suonare, non sia un gioco ma un affar serio, un mestiere. E se vogliamo la pizza la dobbiamo comprare… perché quando si parla di musica questo non deve valere?
E poi le riflessioni sulla casa… e qui una nota dolente: il rock inglese ricco di glamour e ironia che troviamo dentro la title track (pregna di allegoria anche la clip video ufficiale, unica cosa che ci concede la rete), se poi accostato al precedente singolo “Anche se” uscito nel 2019, rischiamo di etichettare questo disco come l’ennesima prova ironica e finto geniale di un cantautore che vuol far ridere tra una riflessione e l’altra. No amici. “Ergonomia domestica” è un disco alto di canzone d’autore classica, certamente classica, ma davvero tanti ispirata. E qui brani come “Chiuso in casa”, come “Hai bisogno”, ne sono una prova davvero esemplare.
E mi incuriosisce come ANCE decida di chiudere il giro di giostra con un omaggio ad Arthur Lee e ai suoi Love con un brano (adattamento personale in italiano) come “Tutti quanti abbiam da vivere”: forse mancava la preghiera laica a questo lavoro, forse mancava la sua personale visione del qui ed ora… fatto sta che si esce dallo spirito personale di ANCE, se ne esce un poco e la cosa può stridere o meno ma di sicuro questo salmodiare con parole tronche non ce lo vedo bene pendere dalle sue labbra.
“Ergonomia domestica” durerà fatica nel farsi strada dentro un giro di giostra discografico e di critica ormai ampiamente dedicato alla facilità di consumo. E per far parlare ANCE su questo ascoltatevi “L’ideale”, sempre se dimostrerete coraggio di acquistare musica. Che tempi assurdi questi…