Hippie Dixit è il nuovo, doppio, disco di Amerigo Verardi: il “pop deviato” sembra essere tornato.
Il viaggio è lungo così come ogni traccia dell’album. Le atmosfere che vengono proposte all’ascoltatore sono molto tese e colme di parole, c’è chi direbbe troppe date le modaiole scelte minimal della musica alternativa attuale. Senza dubbio è un disco che va ascoltato per intero, ogni traccia sembra avere un filo conduttore comune con la successiva e la precedente. L’abilità del Verardi produttore si libera di brano in brano: i suoni sono ricercati e nitidi all’orecchio.
L’occhio della telecamera con cui Amerigo riprende e ripropone in musica ciò che lo circonda è molto stretto, l’attenzione al dettaglio è altissima e solo grazie a questo l’artista riesce a descrivere il “generale”. Non è un disco facile, e questo è ben chiaro. Sono cento minuti di musica e parole che, martellanti, si fanno strada dentro di noi. Grandissimo, quindi, è stato il coraggio dell’autore che sembra quasi essere fuori dal tempo.
I lamenti iniziali delle prime tre tracce, lasciano un po’ di respiro ritmico al quarto brano “Due Sicilie”, la scossa ritmica culmina con il brano “Brindisi (ai Terminali Della Via Appia)” che non a caso spacca a metà il disco.
Hippie Dixit è un disco da ascoltare nel suo fluire dolce e consapevole, nella sua ruvida indignazione, nel suo slancio di riflessione, nella sua nota discordante. E’ un vero e proprio viaggio da fare con la giusta predisposizione d’animo, alla fine del quale i più attenti e pazienti ritroveranno se stessi. Proprio come è successo ad Amerigo.
«Ho realizzato questo disco» – dice l’artista brindisino – «soprattutto perché possa essere da stimolo alla voglia e alla gioia di ritrovarsi. Ritrovarsi nella storia, nella magia dei luoghi geografici e dei luoghi dell’anima, alla ricerca di uno spirito unificatore, uno spirito che possa anche restituirci, oltre al senso più semplice delle cose, anche un po’ di pace. Un percorso di ricerca che parte inevitabilmente dalla presa di coscienza di sé e della realtà sensibile, per cercare di approdare poi ad una nuova alba di consapevolezza».
Io mi sono lasciata cullare dalle atmosfere, a tratti popolari e calme e dalle parole più strane e ricercate, non resta che farlo anche a voi.
Benedetta Barone