Irruenza e libertà. Il nuovo suono è anche la nuova forma per ALTROVE, il moniker che ha scelto di chiamare a documento della sua carriera Ashai Lombardo Arop, cantautrice, attrice, danzatrice. Un titolo per questo nuovo singolo assai evocativo e “violento” come “Animali”: l’istinto di cui siamo fatti, di cui siamo vittima ma anche la faccia scura di questo stare in società che si traduce in violenza. Che sia di genere o meno… mai giustificabile. E tutto questo ha lineamenti anche rock, volendo…
Penso al tuo moniker e penso che vorremmo tutti vivere in un “altrove”. Questa canzone ti riporta decisamente nel qui ed ora purtroppo… non è così?
Ahimé sì, perché la violenza ha sempre un oggi purtroppo. Tuttavia, devo dire che l’Altrove di cui mi fregio di essere portatrice è esattamente il qui ed ora: non è un luogo nel passato da ricordare o nel futuro dove scappare, è variabile e intercambiabile a seconda di chi si è nel qui ed ora. Altrove siamo noi. È la parte di noi indipendente dalle decisioni dei governi su come disegnare i confini, indifferente ai giudizi di valore, su quale sia il modo giusto di apparire, su quali siano i programmi da mandare in onda o la musica da divulgare… L’altrove è la libertà di espressione e di scelta su come impiegare il proprio tempo. E questo dipende molto dalla condizione psico-fisica che abbiamo nel qui ed ora.
Bellissima questa copertina. Lo stato “animale” fa parte anche di te o del tuo passato?
Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuta. Ad alcuni ha fatto paura, come fa paura la parte oscura di noi stessi…l’abisso. Nella copertina la parte animale è la parte oscura e il fatto che ci sia io in copertina vuole solo sottolineare che il brano non punta il dito fuori ma che mette anche me dentro al quadro generale delle iniquità umane. Che è ciò che cerco di raccontare anche nel video… siamo tuttə con le mani sporche di sangue… Credendo nell’interdipendenza degli opposti, credo anche che siamo tuttə fattə di oscurità e luce come il ciclo naturale della nostra giornata, come il ciclo naturale della terra intorno sole. Non credo nelle dualità di giusto/sbagliato, buono/cattivo, bianco/nero ma nella necessità di tutti questi elementi per creare armonia… la vita sta nelle sfumature… ma se si trasforma il mondo in una selva oscura senza mai luce, se la parte bestiale prende il sopravvento, si crea un profondo disequilibrio e un vivere non sostenibile.
Quanta Africa c’è dentro questo brano? E quanta ce ne sarà nel tuo suono futuro?
In questo purtroppo non abbastanza, sono riuscita a mettere i tamburi dell’Africa occidentale che tanto fanno parte del mio percorso, ma è solo un assaggio. È solo l’inizio e spero di potere esprimere sempre di più e con più possibilità di scelta e accuratezza le sfaccettature della mia identità tramite la musica.
La produzione sembra tornare molto ad un certo modo classico di pensare alla canzone. Se ti chiedessi del futuro?
È vero, questo pezzo è nato come un brano di puro cantautorato e devo dire, spero ne vengano altri in futuro, perché amo la musica che sa raccontare storie seppur dolorose o scomode…soprattuto se scomode. E non meno importante, questo tipo di scrittura è un processo con un effetto catartico su di me: l’opportunità di mettere in parole dirette e sincere una rabbia o un dolore e guardarli da fuori e dar loro modo di trasformarsi. Il futuro tuttavia continua ad essere un mistero!
Pensi sia finito il tempo della scanzonata canzone radiofonica? Te lo chiedo perché sempre più sento produzione impegnarsi anche e soprattutto dentro temi sociali…
Guarda, sono davvero felice che tu senta sempre più spesso canzoni impegnate, vuol dire che si sta facendo buon utilizzo della creatività. Credo che l’equilibrio sia sempre la via giusta e dunque al mondo serve essere scanzonati, ballare canzoni leggere ma avere contemporaneamente consapevolezza sul mondo e desiderio anche di ascoltare musica che tocchi argomenti di attualità in maniera articolata; perché la musica è foriera di rivoluzione, fa parte della rivoluzione… guarda Bella Ciao che viaggio incredibile intorno al mondo che fa da anni continuando ad accendere gli animi contro tutti i soprusi totalitaristici e contro tutte le guerre. La musica aiuta ad accendere lampadine, alimentare passioni, intavolare discussioni, e coraggiosi confronti… Non mi fa paura la canzone scanzonata radiofonica anzi…mi fa paura se la canzone scanzonata radiofonica diventa il 90% di ciò che ci viene proposto e di conseguenza di ciò che ascoltiamo e dunque l’unica fonte di ritorno economico e così via… come il cane che insegue la coda.