– di Assunta Urbano –
È gennaio 2020. L’alba di una nuova era, che apparentemente non sembra tanto diversa dalla precedente. Siamo ormai tutti esperti di musica e frequentatori assidui dei live club strapieni di anime perse. La musica e Spotify sono diventati quasi sinonimi, ma la faida tra gli esperti e i novellini sulla questione culturale non interessa più a nessuno. Ora che l’indie è diventato un prodotto di comune consumo, i fruitori, gli addetti ai lavori e gli ossessionati di musica abitudinari hanno però bisogno di altro, del nuovo per liberarsi da quell’appellativo che non si addice più a loro.
È appena iniziato un nuovo decennio. Abbiamo mille progetti segnati in agenda o tra fogli sparsi e disordinati sulla scrivania. Il futuro sembra promettere bene, il 2020 ha appena preso il via e va tutto benissimo. Per ora.
Chi vive a Roma e frequenta attivamente San Lorenzo, sa benissimo che gennaio ha visto le mura del quartiere tappezzate dall’immagine di una pecorella con una corona su uno sfondo rosa pastello. Su questa icona, difficile da ignorare girovagando nella notte tra un locale e l’altro, compare la scritta Merce Funebre. Il titolo di qualcosa che di lì a breve avrebbe creato una nuova rivoluzione nel piattume musicale circostante.
Facendo un passo indietro alle epoche d’oro della discografia, ricorderete certamente che le uscite dei nuovi dischi venivano pubblicizzate tramite la televisione, la radio, ma anche con le locandine in giro per le strade. Una ripresa di questi ultimi anni, come abbiamo visto anche con Coez per l’album È sempre bello.
In questo caso, però, la pecorella smarrita è quella di Tutti Fenomeni, la nuova promessa del panorama indipendente italiano.
MA CHI È TUTTI FENOMENI?
Grottesco, assurdo e filosofico. Tre degli aggettivi che potrebbero sintetizzare in breve il progetto del romano Giorgio Quarzo Guarascio, più noto come Tutti Fenomeni. Ma da dire ci sarebbe molto di più.
La sua attività musicale ha inizio con i Tauro Boys e la scena trap della Capitale in continua evoluzione. Pubblica con il produttore Close Listen i primi brani, tra cui Per quanto ti amo.
La svolta decisiva è segnata con l’entrata nella casa di 42 Records, che dal 2007 è costantemente un saldo punto di riferimento per il panorama musicale italiano. Qui ha la possibilità a partire dal 2018 di incidere le sue opere con la supervisione dell’attento Niccolò Contessa. E così nascono i primi gioiellini Trauermarsch e Valori aggiunti, inseriti entrambi in Merce Funebre, pubblicato il 17 gennaio di questo terrificante 2020.
L’uscita del disco è ovviamente un grande successo. Chi voleva tornare a sentirsi alternativo rispetto alla massa può finalmente farlo grazie alla giovane mente di soli ventiquattro anni.
Insomma, i soliti corsi e ricorsi storici di Vico. Giorgio è ufficialmente, come lui stesso canta, lo spartiacque. I biglietti per i live vanno a ruba in pochissimo tempo e, in particolare, la tappa romana al Monk prevista per metà marzo è già sold out un mese prima.
Come tutti sappiamo, però, a partire dal 4 marzo sono stati annullati tutti gli eventi dal vivo, così come ugualmente i live di Tutti Fenomeni. Ma non è di questo che stiamo parlando ora.
CHE FINE HA FATTO TUTTI FENOMENI?
Dopo l’annullamento delle date, distratti dagli innumerevoli DPCM e i concertoni da stadio sui balconi, non ci siamo neppure accorti di non avere più notizie riguardo Tutti Fenomeni. Questo non solo ha significato una totale assenza di nuovi brani dell’artista, ma un totale distaccamento anche dalla “scena” con la scomparsa di qualsiasi informazione sui social, di cui tra l’altro il ventiquattrenne non usufruiva in modo particolare. Un gesto che ci riporta velocemente all’episodio accaduto tre anni fa, il 23 novembre del 2017, quando le pagine social de I Cani sono improvvisamente sparite dal mondo del web.
Speravamo di vederlo sul palco del MEI (Meeting degli Indipendenti) a Faenza i primi di ottobre, occasione in cui avrebbe dovuto ritirare il Premio Giovane MEI-ExitWell come Miglior Artista 2020. Ma neppure in quel caso abbiamo avuto sue notizie e la targa non è stata consegnata a lui personalmente.
E dato che “pure a sparire ci si deve abituare“, il giovanissimo Giorgio ha seguito le orme del suo padre putativo, lasciandoci solo le canzoni fino ad ora pubblicate come unico appiglio a cui aggrapparci.
Siamo usciti dal lockdown dei mesi primaverili passeggiando in una San Lorenzo diversa da quella che ricordavamo. Silenziosa e deserta. Ma un dettaglio ci ha colpito nell’immediato: le locandine di Merce Funebre sono rimaste ancora lì dove l’avevamo viste qualche mese prima. L’aria però è totalmente diversa e il nostro respiro è racchiuso in una mascherina. Tutto questo almeno fino all’estate inoltrata. Prima che tutto ritornasse al punto di partenza come oggi.
All’improvviso, come un’apparizione e proprio l’8 dicembre, Tutti Fenomeni emerge dal buio e annuncia su Instagram l’uscita di Parlami di Dio, riportando come didascalia l’incontro dell’angelo Gabriele con la vergine Maria.
SIAMO ANCORA TUTTI FENOMENI?
Stiamo probabilmente tornando alla situazione in cui ci trovavamo a marzo. Quest’anno ha spazzato totalmente via la speranza degli ultimi quattro, secondo cui la musica era tornata al centro delle vite delle persone.
Merce Funebre, il disco d’esordio di Tutti Fenomeni è uscito il 17 gennaio 2020 per rimettere finalmente in discussione il pop. E soprattutto per separare di nuovo gli ascoltatori assidui da quelli occasionali. Questo ci ha fatto sentire di avere di nuovo il nostro posticino nel mondo, una voce in capitolo ed una ripresa dei nostri spazietti identificativi. E un po’ “Tutti Fenomeni”, anche se di certo non era questo l’intento del creatore del progetto, ci siamo sentiti noi. Quella “wave” ci è sembrata finita in brevissimo tempo ed è volato via persino il ricordo di quei giorni spensierati e felici.
Quindi, oggi, non solo non siamo fenomeni per niente, ma noi appassionati di musica non siamo proprio più nulla in generale. Il fatto che non ci siamo neppure accorti della scomparsa di chi ha portato la ventata di aria fresca nel panorama musicale nostrano è un segnale che forse la musica sta perdendo la sua importanza, di nuovo.
In un certo senso, però, in Merce Funebre c’è già una profezia che non avremmo dovuto sottovalutare:
“Dal punto di vista culturale l’Italia è già fallita”
Queste le parole all’interno del pezzo Mogol, rivelatesi più vere che mai in questo 2020. Quest’anno sta per finire e se passeggiamo intorno ai locali, rigorosamente prima del coprifuoco, le serrande sono abbassate e le luci spente. Ci abbiamo sperato tanto, ma ad oggi non sappiamo neanche più quando e soprattutto se quelle luci si riaccenderanno di nuovo. E anche se questo ci toglie il respiro più di ogni altra cosa, l’annuncio dell’artista ci ha ridato un po’ di voglia di sognare. Fuori è ancora tutto spento, ma dentro si è accesa una lampadina.