Le piazze, i cortili, i commedianti, i giullari… musica e teatro di una Napoli del XVII e XVIII secolo quando il teatro si univa in modo indissolubile al cantante. La commedia dell’arte, l’opera buffa e tutto un mondo che piano piano ha subito trasformazioni e di cui tanto abbiamo perso nel tempo. Alessia Luogo da anni porta avanti una ricerca anche forte delle preziose collaborazioni con Manuel Pernazza (ambasciatore nel mondo della maschera di Pulcinella, col quale collaboro e porto in tutto il mondo in scena spettacoli-musicali che coinvolgono l’opera buffa, la musica e la commedia dell’arte) e con il M° Roberto De Simone, ricerca che punta non solo allo studio di strumenti di quel tempo come la chitarra battente e il colascione, ma anche un certo modo di suonarli e di farne teatro. Tutto questo significa anche un disco che si intitola “Largo di Castello – balli e canti su colascione e chitarra battente alla maniera antica” uscito proprio oggi per la RadiciMusic Records:
“Questa musica che io ho voluto recuperare è stata dimenticata. Perché? Gran parte dei musicisti che proponevano questo repertorio, mal celavano il loro egocentrismo, distorcendo quello che era il vero modo di suonare e cantare questi andamenti. È vero che ogni epoca dà il suo contributo, le sue contaminazioni e elaborazioni, ma allora è per questo che per salvare la natura di determinati discorsi, bisogna ricorrere alla figura antica dei menestrelli. I cantori sono morti nella loro ultima evoluzione di posteggiatori. Nei tempi del barocco, le corti e le piazze erano piene di figure che erano cantanti, musicisti e giullari. Io mi sento di appartenere a questa categoria dalla natura profonda. Ogni volta che eseguo questi brani, infatti, il sentimento che mi domina è una profonda nostalgia. Il mio lavoro discografico prova a recuperare come potesse essere udire questi suoni proprio nel 1600” (A. Luongo).