– di Manuel Apice –
Ho scoperto Alessandro Ragazzo (e soprattutto, la sua musica) un paio d’anni fa; amicizie musicali in comune avevano preludiato ad un incontro – consumatosi solo su Spotify finora, ma ci siamo promessi di toccarci presto, quando ci si potrà riabbracciare senza paura – sulla base di affinità emotive e interessi musicali che altri, prima di noi, avevano saputo intuire.
Ed effettivamente, quando ascoltai per la prima volta “Cado Giù” (che, per inciso, ha anche un bellissimo videoclip a far da corredo ad una delle mie hit preferite) rimasi a tal punto sconvolto dall’esperienza che il ritornello del brano divenne un mantra per i successivi due, tre mesi, almeno fino all’uscita di “Hey tu” e di quella follia discografica (ma chi è che arriva a litigare con Jerry Calà per la pubblicazione di un pezzo? Ascoltatelo, per capire) che è “Frontale”; intanto io e Ragazzo avevamo preso a massaggiarci come piccioncini sulle varie chat social, promettendo un giorno di farci una ventina di spritz insieme (naturalmente offerti da lui, perché il ligure, tra i due, sono io). Tutta questa prefazione serve a poco (se non a farvi capire che Ragazzo mi deve da bere) ai fini della recensione di “Ricordi?“, il suo nuovo EP per Rokovoko Records, perché tra i cinque brani del progetto figura solo uno dei precedenti singoli di cui qui sopra ho appena parlato; insomma, dopo le tre ottime release precedenti, Ragazzo aveva evidentemente bisogno di aprire le finestre del cervello per far entrare nuova aria, e spazzare via la polvere che si sedimenta anche sulle cose belle, opacizzandole con il tempo.
Il risultato è un rendez-vous generale che, con un colpo di straccio, ripulisce le orecchie e torna a riempirle di cinque tracce sature (nel modo giusto) e dense di sonorità giuste, per un mercato – quello dell’It Pop – che sta vivendo una reale fase di discesa tra le macerie e i detriti dei suoi emulatori, e che trova in “Ricordi?” l’appiglio giusto per rallentare l’inevitabilità del suo precipitare. Di fronte a copie sbiadite di riuscite ricette discografiche, Ragazzo tira fuori dal cilindro – e dallo studio di una produzione curata con attenzione ai particolari – un lavoro compatto, omogeneo, indentitario; ascoltare “Ricordi?” e farne una critica poetica su come un cantautore dovrebbe scrivere e di cosa (esistono davvero dei manuali?) risulta essere l’approccio più sbagliato che si possa avere di fronte ad un EP dal forte gusto pop, dal preciso piglio autorale ma con rinnovata ricerca: Ragazzo non scrive testi alla De André, ma è un cantautore con idee precise; allo stesso modo, è chiaro che in “Ricordi?” emergano reminiscenze calcuttiane, ma non ci si può limitare a definire l’EP come semplicemente Itpop.
Dentro Alessandro albergano anime diverse, in direzioni tra loro ostinate e contrarie, che Ragazzo riesce a tenere efficacemente al lazo nel momento della scrittura: le melodie sono belle (figlie di tanto pop non solo nazionale, ma anche straniero: Ale, prima, cantava in inglese), la scrittura è personale (che bisogno c’è di fare i puristi di fronte a qualcosa che non vuole essere sempre forzatamente poetico, ma che spesso si basta – e a ragion veduta – di essere sincero?) e lui è un musicista, e quest’ultimo punto basta ad elevarlo sopra la folta pletora di dilettanti della musica che stancano e collassano il mercato. Andare nello specifico serve a poco, perché le autopsie musicali raffreddano l’ascolto, invece che restituire alla musica quel calore che sa sprigionare, laddove le cose sono fatte bene; “Domani” è una domenica musicale riuscita – con un pre-rit che si fa trampolino perfetto e ben scritto per un altro ritornello ossessivo -, di “Frontale” ne ho parlato sopra (e tanto basta, ascoltatevelo), mentre “Quelli di sempre” è un inno pop dalle reminiscenze quasi tizianoferriane; l’introduzione chitarristica di “Se ti chiedo” vale l’ascolto dell’intero brano – che nasconde in piena vista un altro ritornellone da concerto sold out – e accompagna alla chiusura di “Perù”, che su un testo giocoso (ma non per questo privo di profondità) lascia sollevarsi come fenice la voce di Ragazzo, dispenser inesauribile di belle idee melodiche. Insomma, nel complesso “Ricordi?” è un lavoro ben fatto e riuscito nel suo obbiettivo di farsi baluardo di un genere in palese crisi di identità e novità, senza per questo spingere troppo sull’acceleratore della sperimentazione spesso fine a se stessa; un EP capace di essere conferma delle belle sensazioni date dalle precedenti pubblicazioni, nell’attesa di un disco che sappia dimostrare al mercato che si può fare a meno di determinate mode, ma non di artisti determinati.