Spesso pensiamo ai musicisti come persone che nella vita fanno appunto solo quello: suonare, scrivere canzoni e girare il mondo (o l’Italia) in tour. Mentre questo è certamente vero per un ristretto numero di fortunati artisti popolari, la maggior parte dei musicisti, spesso anche di band considerate “famose”, per arrivare come si suol dire a fine mese sono costrette a fare anche un altro lavoro, quello che “paga le bollette”. In questa rubrica andiamo a curiosare in quest’aspetto spesso poco considerato, chiedendo ad alcuni artisti del panorama italiano di raccontarci la loro vita lavorativa extramusicale.
I The Last Confidence sono un gruppo della provincia di Bergamo. Come può suggerire il nome, la band è nata all’inizio degli anni 2010 come gruppo pop punk con testi in inglese, ma nel corso degli anni ha cominciato a pubblicare alcuni brani anche nella propria lingua madre, scoprendo che ben presto questi diventavano i preferiti dai fan durante i concerti. Gradualmente la band ha incorporato elementi dell’indie, giungendo con l’EP “Dove sei ora” (2020) a un mix piuttosto bilanciato delle proprie origini più punk con le proprie tendenze più indie. Abbiamo parlato con Marco Cosentino, cantante e chitarrista del gruppo, per farci raccontare il suo lavoro “by day” di magazziniere chimico.
Ciao Marco! In cosa consiste il tuo lavoro?
Ciao, e grazie per l’intervista! Io lavoro nel magazzino di una ditta la cui produzione è dedicata alla sintesi di principi attivi per le società farmaceutiche. Oltre alle attività di stoccaggio di materie pericolose, ho il compito di suddividere queste ultime per essere spedite ai clienti o ai reparti per le rilavorazioni. Diciamo che avendo a che fare direttamente con materiale che può essere esplosivo e tossico, oltre che inquinante, c’è da fare molta attenzione.
Come sei arrivato in questa posizione e come la concili con la tua attività musicale?
Diciamo che sono stato sfortunato e fortunato allo stesso tempo. Ho dovuto lasciare il mio vecchio lavoro in piena pandemia, ma per fortuna ho acquisito l’esperienza necessaria per poter fare uno step in più. Il periodo di formazione è andato bene e per fortuna non ho ancora fatto danni! Ho la possibilità di fare molti straordinari ma il mio responsabile, guarda caso, è un ex musicista ed è diventato un mio fan, dunque capisce bene cosa vuol dire fare tardi e arrivare al lavoro con poche ore di sonno. Ripeto, è un lavoro in cui bisogna stare molto attenti, ma per fortuna ci si dà una mano.
Pensi che la tua professione abbia qualche influenza sul tuo modo di suonare e di fare musica?
Il lavoro mi ha sempre influenzato nei testi, e i miei testi hanno sempre influenzato il mio lavoro. Ho capito che al lavoro, come nella musica, ti devi dare molto da fare e soprattutto devi avere un atteggiamento positivo e propositivo verso le novità. Confrontarsi e non scontrarsi con colleghi e band porta a un miglioramento reciproco.
Hai qualche aneddoto o storia curiosa da raccontarci legata al tuo lavoro extramusicale?
Un aneddoto molto recente è che il mio responsabile si è per sbaglio messo a canticchiare una canzone della mia band al microfono delle segnalazioni di pericolo e tutta l’azienda l’ha sentito.
Come vedi le prospettive future nel tuo ambito?
Sto lavorando in una ditta in continua espansione. Io mi sto impegnando veramente sodo e sono sicuro che in futuro avrò l’opportunità di migliorare il mio inquadramento. Devo però ringraziare i miei bandmates: è grazie ai loro lavori flessibili se in questi anni siamo riusciti a toglierci tante soddisfazioni a livello musicale. Anche se sono appena diventato padre, farò in modo di riuscire a conciliare il tutto, per rispetto dei miei soci e per tenere calda la passione che ho per questo mondo meraviglioso che è la musica.