Potenza, precisione, rabbia, melodia, energia. Sono gli elementi vivi e pulsanti che gli Aeguana Way hanno plasmato e incanalato all’interno del loro ultimo album. Il disco si intitola “Cattivi Maestri” ed è il terzo della band. I cinque musicisti di Brienza non sono quindi dei neofiti nel panorama musicale “uderground” italiano. Se il nome non vi suona poi del tutto nuovo è perché hanno avuto modo di esibirsi su palchi d’eccezione come quello del Primo Maggio e collaborato con artisti del calibro del Management del Dolore Post Operatorio.
Le prime note sono affidate a delle pesanti chitarre elettriche intrecciate ad un’ipnotica trama di sintetizzatore; “Cattivi Maestri” è il brano che riprende il nome del disco e ci parla con un certo disincanto delle disillusioni di una generazione intera che stanca volge lo sguardo verso il mare, instancabile e portatore di idee.
Si prosegue con “Ibrida”, un brano meno ruvido nelle sonorità, ma molto forte nelle immagini evocate dalle parole del testo. “Abbiamo divorato gli anni senza ingrassare” è la domanda implicita che ci fa riflettere sulle molte esperienze di cui ci siamo nutriti in passato senza ricavarne nulla. Un istante dopo, la batteria irrompe furiosa e protagonista a sostenere un riff di chitarra secco, deciso e distorto in “Kamal”.
Il sound degli Aeguana Way e le liriche si completano in un roccioso incastro, perfetto e solido come in “Caronte” dove, tra ondate di noise e correnti stoner, i musicisti ci traghettano in un’afosa atmosfera di fiamme e zolfo.
Il songwriting ha anche dei momenti in cui raggiunge livelli di buon cantautorato, è il caso della poetica “La Fiaba Di Natale” in cui pianoforte e i violini, in un crescendo di intensità, dirompono in un boato sonoro guidato dalla voce potente e graffiata.
I “cattivi maestri” degli Aeguana Way sono quei consigli sbagliati che ti portano sulla strada considerata ideale dai più, ma non per te; quei maestri che ti dicono cosa devi fare e su quali binari indirizzarti senza considerare la preziosa importanza della singolarità.
Gli Aeguana Way nel loro processo creativo e compositivo hanno saputo riconoscere questi cattivi maestri creando un sound unico e controcorrente. Il loro terzo album è una prova di forza e non deve passare inosservato.
Gianluca Grasselli