Quella di Pepp1 è una storia strana: cantautore, poeta incel della Martesana, firma per l’etichetta fondata da Elio di Elio e Le Storie Tese, un album di debutto dal titolo “È polpa mia” è ora un nuovo doppio singolo che comincia lentamente a far parlare di sé per via dei temi trattati, e della presenza di una certa Bambolona che noi siamo andati a cercare per sentire anche la sua versione.
Ecco com’è andata!
Hai avuto modo di parlare con Pepp1 riguardo il suo ultimo singolo dal titolo “Bambolona”? Cosa vi siete detti?
L’ho incontrato casualmente a Milano sulla linea M3, fermata Porto di Mare. Mi sono seduta nel posto accanto a lui per tentare di intavolare una discussione. Pochi secondi dopo mi sono accorta che stesse allargando tantissimo le gambe prorompendo in un gesto di puro manspreading. Ho cambiato subito vagone indignata e ho fatto una story su Instagram per spiegare l’accaduto. Alessandro Baricco mi ha risposto con la reaction del fuocherello. Sono ancora un po’ bagnata.
Credi che nella scena musicale a Milano ci sia davvero tutto questo maschilismo tossico “da caffè tabacchi”?
No, ma è necessario fare sempre qualche ricerca sulla vita privata di un artista prima di seguirlo su MySpace. L’assenza di un numero considerevole di canzoni a tema sociale o di consistenti amplessi fluidi sui cuscinetti zafu inficia sicuramente sulle mie scelte. D’altronde se scoprissi che il mio singer del cuore sia un fan di Memo Remigi sarebbe un bel problemino, non credete?
Quali diritti mancano alle bambolone, oggi? E cosa c’è di sbagliato (o giusto!) nel termine bambolona?
Spesso e volentieri siamo gonfiate (e sgonfiate) senza consenso da casi umani e narcisisti patologici alla ricerca del “trofeo” da mostrare agli amichetti di CasaPound. Tuttavia i nostri corpi sono pulsanti: si gonfiano e si sgonfiano. Dovremmo ricevere gratuitamente una pompa Kippen 1195A con doppio cilindro e manometro per gestire autonomamente le turbe e gli sbalzi d’umore. Il termine “bambolona” è sbagliato in toto: preferirei essere definita Sex Toə.
E se qualcuno ridesse di questo pezzo, cosa gli diresti?
Lo accuserei di sostenere un cantautorato patriarcale di stampo montanelliano. I guizzi artistici di Pepp1 sono paragonabili alle bocche aperte del pubblico di “Ciao Darwin” in presenza di Madre Natura, all’autoerotismo spiccio di fronte a La Gatta Nera del “Mercante in Fiera”. Pura estetica Mediaset della donna oggetto.
Attivismo femminista e musica potranno andare d’accordo?
Sì, sì e ancora sì. La musica è uno strumento potentissimo che dovrebbe veicolare esclusivamente messaggi di rivoluzione e di fratellanza senza mai rinunciare a toni inclusivi. Nulla a che vedere con lo spirito di patate tanto caro a quel sex worker addicted di Pepp1.