– di Naomi Roccamo
foto di Liliana Ricci –
I tour primaverili sono una sorta di battesimo: vuol dire non solo che l’estate sta arrivando (e i live estivi annessi), ma anche che la bella stagione, quella che inizia a profumare di libertà, è in corso.
Nella stagione della libertà il palinsesto prevede più o meno un concerto ogni sera. Sabato scorso è toccato a Margherita Vicario e al suo “Bingo”, arricchito di singoli e soprese, tappa del weekend romano all’Atlantico come ultima location di questo tour.
In apertura l’attenzione è tutta per IRuna, cantautrice “Italocostaricuruguaya”,come le piace descriversi nella sua bio di Instagram, e per il suo EP “Blue”.
L’Altlantico è da subito pienissimo e penso che ci è voluto un po’, ma finalmente se ne sono accorti tutti quanti di che bomba sia Margherita Vicario. Gli “Astronauti” , figli dell’ultimo singolo pubblicato il 18 marzo, approdano sul palco per primi, nascosti fra le pieghe del vestito di Margherita che mi riporta un po’ alla data della scorsa estate: l’euforia è rimasta la stessa e la voglia di rivedersi e incontrarsi col pubblico anche, le immagini del videoclip lo testimoniano. Ci dovevamo ancora a vicenda un abbraccio di energia concentrica.
Si procede con i brani più recenti e si canta a “La Meglio Gioventù”, ai suoi rappresentanti lì presenti:
Eravamo tutti in fila come maiali
A rincorrere il successo, stare male
Il cervello quasi spento, da buttare
Era tutto molto bello
L’hai visto anche tu, eravamo la meglio gioventù
Avevamo tutti almeno un sogno, ce ne hanno chiesti di più
La cosa più entusiasmante nel vederla esibirsi è che la sua gioia è ben visibile e non fa niente per nasconderla; può capitare che ti guardi negli occhi mentre canta, è quella che si diverte di più ad essere lì e non è assolutamente scontato che sia così per un artista.
Invece lei salta, pensa a voce alta, sembra una bambina che, mentre balla, non ha paura di far vedere quante emozioni ci sono in ballo: è come se si portasse ancora dietro quell’allegria che si possiede solo da piccoli, che però nel suo caso continua a girarle intorno. Di bambini infatti sotto palco ce ne sono, in un’area fatta su misura per loro e, come dirà più volte, c’è del bello a far sentire parte della festa anche chi ha meno di dieci anni.
Il “Bingo”, “la sua ultima fatica”, che ormai sta per compiere un anno, c’è tutto. In “Xy” è una delle sue compagne di crew a sostituire la voce di Elodie. Da lì in poi partono le sorprese: prima annuncia “qualcuno senza il quale tutto ciò non avrebbe avuto inizio”, quindi chiama sul palco Roberto Angelini e insieme cantano una cover di “Can’t Help Falling in Love”, poi invita Gaia, per ballare a ritmo della loro “Ginga” (manca Francesca Michielin che sarebbe stata graditissima).
C’è il piccolo salto nel passato con “La Matrona” e “Per un bacio” che si addicono al suo essere profondamente umana e sono invecchiate bene, quindi si meritano di stare ancora fra noi.
E poi arriva il momento dell’ospite a sorpresa, quello che “vi do un indizio, non è romano”. La line up del Concerto del Primo Maggio del giorno dopo e la recente “Be My Baby” per me parlano chiarissime: è La rappresentante di lista. La loro presenza è già un dono per tutti noi, ma viene arricchita dalla scelta del brano, “Questo Corpo”, tratto dal loro album “Go Go Diva”. Anche qui viene fuori l’umiltà e la passione presenti nella musica di un’artista come la Vicario, che si emoziona col microfono fra le mani.
Quando è il momento di “Come Noi” l’essenza del pubblico che siamo, appunto, noi esplode:
E odio quelli come voi, sì, come voi
Io non li reggo più
Che hanno preso e fatto a pezzi la realtà
Ma quelli come noi, sì, come noi
Non moriranno mai
Rimarranno dentro i quadri, le canzoni
Le pareti e i banchi dei licei
“Is This Love”, cover del celebre brano di Bob Marley è il pretesto per la parte più movimentata della serata. “Pincio” intenerisce, “Piña Colada” fa flexare. «A me nella vita per esser contenta mi basta»… questo.
Forse per accontentare le continue richieste in DM o nei commenti delle dirette Instagram il freestyle usato come promo per “Bingo” un anno fa, pubblicato solo in un video online, viene eseguito live: chi lo conosceva già gode, chi non lo conosceva se lo segna.
I saluti finali arrivano come sempre con “Abauè”, che puntualmente si trasforma in una danza che prolunga il momento in cui bisogna salutarsi.
Magari per voi è scontato, ma questo per me è un grande traguardo. Grazie.