Il “Nessun Dorma Guidonia Rock Festival” è alla sua seconda edizione, dopo l’edizione del 2015 che ha visto come partecipanti sul main stage artisti del calibro dei Il Pan del diavolo, il Muro del canto, Marta sui tubi, Kutso, Management del dolore post-operatorio e Fast animals and slow kids, in questo giugno 2016 ritorna accattivante con ben 4 giornate di musica dal vivo nella cornice della pineta di Guidonia.
L’atmosfera è già stata scaldata dalle prime due serate che hanno visto sul palco musicisti come i Sick Tamburo, Voina Hen, Giancane e molti altri, oggi, sabato 18 giugno, sul main stage si esibiranno Le Mura, gruppo psych-garage romano con molti concerti alle spalle e la giusta carica.
Siete un gruppo che ha suonato molto in queste zone, in locali come il Dissesto o al Golden Pot Estivo, come vedete questo festival che da due anni rivoluziona un po’ la movida di Guidonia?
Gabriele P.: Io sono un gran frequentatore del Dissesto e conosco più o meno chi oggi lavora qui al Nessun Dorma, posso dire che questo festival per Guidonia è una gran cosa visto che realtà come queste non c’erano mai state, o comunque non si erano mai concretizzate, non conosco tutti i gruppi del second stage però devo dire che è una bella proposta del panorama che c’è e che sta crescendo nell’indipendente italiano se vogliamo chiamarlo così.
Andrea: Sì è una 4 giorni molto interessante per via della proposta musicale, siamo molto contenti di farne parte. Io mi ricordo che da ragazzino una volta dissi “Un giorno vorrei tanto aprire al Teatro degli orrori” e tutti a dirmi “sì vabbé mo non t’allarga, servono i soldi” ma non è vero, serve solo che suoni e ti spacchi il culo per anni.
Nel vostro curriculum vantante di molte aperture a gruppi di alti livelli come Il muro del canto, gli Statuto, Dellera, che sensazione provate quando condividete il palco con questi musicisti?
A: Io personalmente più c’è gente più sono carico, è la mia benzina, più il pubblico è vasto più mi carica di adrenalina, penso sia un fattore molto importante.
Bruno: Poi questa, contando anche le aperture passate, forse è la più bella mai fatta.
A: Per me sicuramente sì, ma quello dipende anche dall’affetto che hai verso il gruppo a cui apri il concerto e per me oggi è veramente una bella cosa, sono contentissimo.
Avete autoprodotto il vostro primo ep “Tutto e Oltre” e poi avete registrato “Ah Ah” e ora dovete registrare il disco d’esordio a Milano, avete già in mente come e cosa registrare?
A: Sì abbiamo tutto, manca solo il titolo dell’album e di alcuni pezzi, per il resto abbiamo tutto e arriveremo su a Milano con l’intenzione di non buttare via nessun giorno di registrazione, perché non te lo puoi permettere, infatti abbiamo fatto una full immersion, siamo anche belli carichi per suonare stasera perché siamo in chiusa già da un po’ e oggi porteremo quasi tutto l’album nuovo che andremo appunto poi a registrare.
Gabriele [con accento Milanese] : Praticamente tutto, sono già entrato nel mood di Milano, figa, andiamo a registrare il disco, ci facciamo un aperitivo e via, arriva la Simona, caffè e si ricomincia.
Dopo la brutta vicenda accaduta ad Andrea a Trastevere, avete preso un bassista per coprire le date che avevate. Come mai avete poi deciso di tenere un quarto elemento?
A: Per coprire le date che avevamo come quella di Villa Ada non era in formazione Gabriele al basso ma un altro bassista, poi io ho conosciuto lui [indica Gabriele] in una serata in cui cantavo Iggy Pop e dopo aver visto una sua foto [Sempre riferito al bassista] vestito da donna ho capito che era lui la persona giusta.
Io inoltre volevo essere più libero per concentrarmi anche solo su voce e testi, mi piace molto suonare il basso ma volevo anche un attimo virare verso uno studio più centrato.
B: Da un disagio possono nascere cose positive insomma.
A: Sì che poi in quel periodo mi avevano anche già rubato 500€ di strumentazione, poi è successo pure questo e allora ho pensato “non devo più suonare il basso” [ride, ndr]
Avete composto “Sex is law”, il vostro primo pezzo in inglese per la colonna sonora del film “Il Ministro”, com’è nata questa collaborazione e come vi siete trovati a scrivere un brano sotto indicazione?
A: Il regista ci ha dato delle indicazioni che noi non abbiamo seguito per niente, però c’è da dire che quello che noi gli abbiamo proposto è piaciuto comunque tantissimo. Loro [indica Gabriele P. e Bruno] avevano una musica fatta per conto loro e io avevo una voce anch’essa fatta per conto mio, abbiamo messo insieme le cose e abbiamo avuto il culo di tirare fuori un bel pezzo psichedelico che è piaciuto.
Poi siamo andati anche alla prima del film e sentire una tua canzone di sottofondo a un film è una bellissima esperienza.
Mischiate molte sonorità nei vostri brani, ci sono suoni profondi e psichedelici e altri taglienti e garage, anche punk. Avevate da sempre in mente un tipo di percorso o si è evoluto tutto con il tempo?
A: Evolviamo continuamente, poi basta che lui si compra un pedale nuovo [indica Gabriele P.] e cambiamo il sound. Penso che questa sia una cosa fondamentale per un gruppo, evolversi sempre e non fermarsi, poi ovviamente magari trovi il tuo modo di fare e segui quello.
B: Poi molto dipende anche dal percorso individuale che ognuno di noi ha fatto e il modo in cui suona il proprio strumento, ad esempio il basso distorto può influenzare il modo di suonare un determinato pezzo.
A: Noi sappiamo già quello che porteremo in studio a Milano perché è ciò che suoniamo dal vivo, ciò che sentite è ciò che porteremo in studio, poi vedremo alla fine del lavoro come uscirà fuori.
Avendo suonato su molti palchi più o meno grandi, a livello di impatto, dov’è che vi trovate meglio?
A: Io mi sento a casa ovunque ci sia molta gente con tanta voglia di sentire, può anche essere una bettola, quando c’è gente interessata alla musica ogni posto va bene. Oggi è una situazione molto particolare, con una certa distanza dal pubblico e meno contatto fisico, ed io preferisco concerti di questo tipo.
G.P.: Io ad esempio preferisco situazioni in cui il pubblico è più vicino a noi, senza la separazione delle transenne ma è anche vero che situazioni di questo tipo come al Nessun Dorma ti danno sensazioni diverse.
B: Come vedi abbiamo opinioni molto discordanti tra di noi, ma alla fine ci troviamo bene sempre su qualsiasi palco basta che ci sia la voglia di suonare e di ascoltare.
A: Alla fine è come nelle coppie fidanzate, se stiamo bene tra di noi, va tutto liscio.
G: Per me più gente c’è, meglio è, più ti trasmettono emozioni se gli arriva la tua musica e quindi sei più preso a comunicare quello che hai da dire.
Emanuele Ippopotami
Elisa Caprasecca